La festa della “Candelora” e della vita consacrata, ossia dei religiosi/e

O Maria, Tu oggi
insieme al tuo sposo Giuseppe,
sei salita umilmente al Tempio,
portando il Tuo Divin Figlio
e lo hai offerto al Padre
per la salvezza di tutti gli uomini.

Oggi lo Spirito Santo,
per mezzo del vegliardo Simeone,
ha rivelato al mondo che Cristo è
la gloria di Israele e la luce delle genti.

Ti preghiamo, o Vergine Santa,
presenta anche noi,
che pure siamo Tuoi figli,
al Signore e fa’ che, rinnovati nello spirito,
possiamo camminare nella luce di Cristo,
nostra unica speranza,
finché lo incontreremo glorioso
nella vita eterna. Amen.

Il 2 febbraio cade la festa conosciuta con il nome popolare di “Candelora”, con la quale si celebrano due episodi del vangelo, due avvenimenti compiuti dalla Sacra Famiglia, nel Tempio di Gerusalemme, 40 giorni dopo la nascita di Gesù per conformarsi alla legge di Mosè, che prevedeva che ogni primo figlio maschio apparteneva al Signore: la Presentazione di Gesù al sacerdote e la Purificazione rituale di Maria.

Cosa significa questa parola “candelora” in relazione a questi racconti sacri?

Questa parola deriva da “candela” e allude al fatto che in occasione di questa festa il popolo riceve in chiesa ceri benedetti, che vengono accesi e trasportati fuori in processione per poi essere conservati nelle case. Le fiammelle di quelle candele hanno un significato simbolico correlato alla Presentazione di Gesù al Tempio, raccontato nel Vangelo di Luca (2,22-39) e in particolare alle parole dell’anziano sacerdote Simeone quando riconobbe nel Bambino il salvatore: “luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. L’idea di Cristo come “luce” ricorre anche all’inizio del Vangelo di Giovanni “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (1, 4-5). È questo concetto della “luce” della salvezza cristiana quello simboleggiato dalla processione delle candele accese: come l’anziano Simeone fu il primo a “riconoscerla” nel Tempio, così nelle chiese erano i sacerdoti a consegnare ai fedeli quelle luci, che poi le diffondevano a illuminare ogni famiglia e ogni angolo della città.

Il 2 febbraio ricorre la Festa liturgica della Presentazione del Signore e nello stesso giorno celebriamo la Giornata Mondiale della Vita Consacrata, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1997, per celebrare la vita di donazione fatta da tutti i religiosi e le religiose.

In una sua omelia Papa Francesco ha invitato i consacrati a seguire l’esempio di Simeone e Anna che hanno saputo attendere la salvezza del Signore: “Fratelli e sorelle, l’attesa di Dio è importante anche per noi, per il nostro cammino di fede. Ogni giorno il Signore ci visita, ci parla, si svela in modo inaspettato e, alla fine della vita e dei tempi, verrà”.

Il Papa ha anche sottolineato due ostacoli che ci fanno perdere questa capacità di attendere; il primo  è la trascuratezza della vita interiore: “È quello che succede quando la stanchezza prevale sullo stupore, quando l’abitudine prende il posto dell’entusiasmo, quando perdiamo la perseveranza nel cammino spirituale, quando le esperienze negative, i conflitti o i frutti che sembrano tardare ci trasformano in persone amare e amareggiate.” Il secondo ostacolo che ha sottolineato è l’adeguamento allo stile del mondo: “Il nostro è un mondo che spesso corre a gran velocità, che esalta il «tutto e subito», che si consuma nell’attivismo e cerca di esorcizzare le paure e le angosce della vita nei templi pagani del consumismo o nello svago a tutti i costi”.

Ha finito invitando i consacrati ad avvicinarsi al Bambino per combattere questi ostacoli: “Come Simeone, prendiamo in braccio anche noi il Bambino, il Dio della novità e delle sorprese. Accogliendo il Signore, il passato si apre al futuro, il vecchio che è in noi si apre al nuovo che Lui suscita”. 

Quest’anno, oltre la festa della “Candelora” e della vita Consacrata, la prima domenica di febbraio la Chiesa celebra la Giornata per la Vita.

Chiediamo a Maria di accompagnarci in questo tempo di grazia, ossia del giubileo che stiamo vivendo, per camminare insieme verso Gesù, nostra luce e nostra speranza.

                                               Don Piero, parroco


Decreto indizione del Sinodo Diocesano

In tutte le diocesi è iniziato il 18 ottobre 2021, il cammino di preparazione per il sinodo voluto da Papa Francesco con il tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione».

In coincidenza con il cammino di preparazione al sinodo della chiesa universale, il nostro arcivescovo ha convocato il XXXI Sinodo della Chiesa di Napoli, di cui, al seguente link si può leggere il decreto di indizione


PREGHIERA ALLA MADONNA DI PIEDIGROTTA