Il Cantiere dell’ascolto. Piedigrotta Piazza del Villaggio
sintesi dell’incontro del 1° ottobre 2022
Un incontro molto partecipato (circa 50 persone) e con interventi (n. 22 interventi) densi di contenuti e appassionati, nello spirito del sinodo il piacere di parlare alla comunità e il piacere di ascoltare gli altri anche quelli che esprimono pensieri diversi e distanti.
Tutti hanno voluto esprimere apprezzamento per il cammino sinodale intrapreso dalla parrocchia di Piedigrotta.
È stato osservato (Aldo) che è altamente significativa la scelta di aprire il cantiere dell’ascolto in occasione dell’apertura del nuovo anno pastorale a dimostrazione che il cammino sinodale attraverserà tutte le attività parrocchiali, un anno pastorale quindi dedito all’ascolto e alla formazione, al dialogo e alla corresponsabilità per il rilancio della vita parrocchiale.
Sono emerse alcune linee
L’ascolto dei lontani sia il cuore del servizio (Fulvia) e la Piazza sia realmente di tutti con l’aiuto dello Spirito Santo.
La Parrocchia divenga un luogo più accogliente e ospitale e si ponga in ascolto dei giovani all’interno della realtà scolastica, si dia vita ad un percorso formativo peri catechisti e gli aspiranti a tale importante ruolo, si rinnovino i linguaggi (Paola)
Molti (don Giovanni, Fulvio, Giovanni, Angelo, Gianni) hanno evidenziato la crisi di partecipazione dei laici e hanno invocato la necessità di un impegno e un maggior coinvolgimento degli stessi nella vita parrocchiale, dando vita a quella “corresponsabilità” fondata sulla fiducia (Fulvio) a cui ci invita il cammino sinodale.
In questa ottica più di un intervento (Fulvio, Angelo, Patrizia…) ha evidenziato l’importanza del Consiglio Pastorale, di cui si attende la nomina a breve, e la opportunità di ripristinare i Centri di Ascolto della Carità, della Liturgia e della Catechesi.
Tutti hanno concordato che non si parte da zero e che Piedigrotta è ricca di attività e iniziative ma c’è una evidente necessità di aggiornare la comunicazione e ancor prima la necessità di condividere all’interno della comunità fraternamente il proprio percorso (Fulvio, Maurizio, Patrizia…). Qualcuno (Patrizia) ha suggerito di organizzare periodiche riunioni (una ogni tre mesi) di tutti i gruppi ove ciascun gruppo porti la sua specificità e condivida il proprio percorso.
Come aprire nuovi spazi di ascolto per i giovani è stato al centro di molti interventi (Paola, Tonino, Fulvio…), qualcuno (Tonino) ha individuato nei temi della “Laudato sì” quelli che più possono interessare i giovani e quindi invitare loro (in particolare quelli che si occupano di animare i Friday for future) a parlarne nei loro ambienti e nella parrocchia, è stato anche proposto (Giovanni), sempre sulla scia dei temi della Laudato, di dare avvio in parrocchia ad un progetto di comunità energetica, avviando un progetto di pannelli fotovoltaici; altri (Fulvio) hanno richiamato la necessità di far ripartire l’oratorio, contattare gli Scout per una apertura di un loro gruppo in parrocchia, avviare un coro.
È stato rappresentato (Paola) il lavoro fatto dai catechisti con buoni risultati anche con dei giovani che si stanno avvicinando per il coro.
Molti hanno segnalato l’opportunità che i ragazzi del catechismo ritornino a partecipare alla messa insieme a tutta la comunità per far loro condividere un momento eminentemente comunitario. La separazione (la messa dedicata solo a loro) non giova né alla loro crescita nella fede né alla comunità a cui sfugge che la vita parrocchiale è viva e vitale e continua la propria strada a mezzo dei ragazzi del catechismo.
L’attenzione massima, è stato evidenziato (don Giuseppe), va dato anche ai ragazzi del dopo cresima, questi vanno coinvolti in attività in cui sono loro i protagonisti, bisogna farli sentire non solo ascoltati ma a casa, devono tornare a riempire il salone anche con momenti conviviali (agape fraterna) per rinsaldare i rapporti ed essere accoglienti.
E’ stata testimoniata (Francesco) l’attività svolta nell’ambito del territorio di Piedigrotta per le persone private della libertà con una pluralità di progetti a cui esse possono partecipare.
E’ stato anche sottolineata la necessità che l’ascolto sia un ascolto attivo e si interagisca con la comunità tutta di Piedigrotta, non solo quella parrocchiale, per farsi carico delle fragilità del quartiere e degli stimoli che da esso vengono diventando punto di riferimento attento e aperto. Si sono richiamate (Fulvio) le due tragedie stradali avvenute di recente che dovevano interpellare la comunità e stimolare una reazione.
In questa direzione altri hanno richiesto che la piazza sia un luogo attivo, richiamando (Angelo) l’attenzione sul nostro essere meridione, con i suoi problemi e con la predilezione all’accoglienza. L’apertura anche alle altre comunità parrocchiali, è stato notato (Angelo), è una strada che consente un’azione più incisiva e sinergica anche verso le istituzioni cittadine. Si è fatto riferimento (Angelo) anche alle numerose risorse (docenti, intellettuali, giornalisti ecc.) presenti nel quartiere e che andrebbero coinvolte.
Qualcuno (Francesca) ha richiamato l’attenzione sulla necessità di agire ed operare sempre tenendo presente il percorso di fede e la Parola ed ha invitato anche a riflettere come fare anche condivisione di beni.
È stato anche osservato (Lilly) che il quartiere ha una età media molto alto e che agli anziani bisogna rivolgersi e di essi bisognerà necessariamente occuparsi.
Infine è stato sottolineato (Vittorio) che tutto questo dovrà essere fatto con gioia perché essa contraddistingue il messaggio evangelico e da esso dovremmo trarla, evidenziando anche l’importanza di gesti che danno concretamente il senso della gioia e dell’accoglienza nelle funzioni religiose, talora basta poco, un saluto all’ingresso o all’uscita, come già è stato realizzato (Paola) dal gruppo del catechismo.