PREGHIERA A DIO BAMBINO, AMICO DEI BAMBINI
Con la prima domenica di Avvento la Chiesa, pellegrina nel tempo, intraprende il cammino di un nuovo anno liturgico, durante il quale, a partire dalla novità generativa della Pasqua, fa memoria dell’opera della salvezza di Cristo.
La prima tappa di questo itinerario della celebrazione annuale del Mistero di Cristo è connotata dalla nostalgia. Questa tensione spirituale non è alimentata da un vacuo sentimentalismo. Essa, piuttosto, nasce dal desiderio di Dio, presente nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, e dalla speranza del ritorno del Signore risorto.
Se l’Avvento è il tempo dell’attesa piena di speranza, il Natale è quello dello stupore, della gioia e della gratitudine, perché il nostro Redentore, entrando nel mondo e assumendo la debolezza della carne, ha aperto il tempo all’eternità e ha innalzato la natura umana alla dignità divina.
In questo frangente della storia, in cui l’odio sembra più forte dell’amore, ci impegniamo a vivere l’Avvento e il Natale chiedendo a Cristo Gesù, Principe della pace, di spezzare i vincoli di morte di tanti fronti bellici attualmente aperti, perché nel mondo intero si realizza la profezia di Isaia che dice: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà”(11,6-7).
Riporto, qui di seguito, la preghiera che il nostro Arcivescovo don Mimmo Battaglia ha scritto “Al Dio bambino, amico dei bambini”:
O Dio bambino, amico dei bambini,
che non sei il dio dei grandi,
nel cui nome non si brandiscono armi
e non si fanno guerre;
Dio debole e povero,
che preferisci stalle e pastori
i palazzi dei potenti
e alle riverenze di re e nobili;
O Dio uomo, amico degli uomini,
che non chiedi sacrifici,
ma hai sacrificato la tua stessa vita
perché l’uomo fosse salvo,
a te si leva il mio grido!
Dal cumulo di macerie
Dove le bombe dei grandi mi hanno sepolto,
dal rifugio crollato dove sedevo spaventato
con i miei fratelli e le mie sorelle,
dalla terra insanguinata
dove giaccio accanto al corpo
senza vita di mia madre,
ti giunga la mia preghiera, Dio Bambino,
amico dei bambini!
Non prego per me, io non sono più,
ma per i miei fratelli e sorelle rimasti,
che piangono orfani sulle nostre tombe.
Dio Bambino, amico dei bambini,
non chiedo per loro ricchezze o potere,
ma solo che possano quanto prima tornare a scuola,
non chiedo successo e denaro,
ma solo che possano tornare a ridere spensierati.
Dio Bambino, amico dei bambini,
non prego per me,
io ormai sono con te.
Solo ti prego:
porta in terra il paradiso che ora contemplo!
Trasforma il pianto in gioia,
la disperazione in speranza,
la croce dei miei fratelli e sorelle in risurrezione.
Dio Bambino, amico dei bambini,
tu che nascesti in un paese
devastato dalla guerra,
tu che conoscesti le atrocità e le ingiustizie
che da essa provengono,
torna a nascere a Betlemme,
nelle tante nuove Betlemme,
torna a farti uomo per insegnare agli uomini
cosa significhi essere umano.
Amico degli uomini,
salvaci da questa disumanità!
Non prego per me, ora sono con Te.
Prego per loro.
Scendi dai cieli
e fa’ della terra un paradiso.
Viviamo, allora, questo tempo per pregare il Signore, per il dono della pace: “gli angeli che annunciano ai pastori la nascita del Salvatore, intonano il loro canto: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini amati dal Signore” ci invitano a intensificare questa nostra preghiera per questo dono così necessario oggi all’umanità ferita da tante guerre.
Maria, Regina della pace, guidi i nostri passi alla sorgente di questo dono. Buon cammino dell’avvento e santo Natale.
Don Piero, parroco