Insieme per camminare. Nella concretezza del “noi”
Carissimi parrocchiani,
nella festa diocesana del nostro patrono san Gennaro, il nostro Arcivescovo Don Mimmo, ci ha consegnato il messaggio per il nuovo anno pastorale 2024-2025. Già il titolo e il sottotitolo sono molto significativi: INSIEME PER CAMMINARE. Nella concretezza del “noi”.
Nella lettera pastorale dello scorso anno, il nostro vescovo indicava la necessità evangelica di “camminare insieme a coloro che incontriamo sul nostro cammino”.
“Spesso all’inizio di un nuovo anno i progetti e i propositi sono tanti, e la grandezza con cui li pensiamo a volte ci fa perdere di vista lo STILE DEL VANGELO… per costruire il Regno di Dio”.
“È la logica del seme. Il nostro compito è infatti seminare e al contemplo cercare di essere, come persone e come comunità cristiana, un seme del Regno”. Un seme che diviene albero. Un albero che non celebra la propria maestosità, ma la vita. Un albero il cui scopo non è farsi rispettare, imporsi all’attenzione o dominare sugli altri, ma offrire a tutti coloro che accoglie un ristoro perché «quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra» (Mc 4,32).
Il nostro vescovo ci invita a lasciare la logica del mondo, fatta di progetti, che non mettono al centro la persona.
Ancora una volta Gesù, “Ci chiede di fidarci di Lui, della terra fertile della sua Parola, senza forzare la mano, senza credere che tutto si fondi unicamente sulla nostra, pur necessaria programmazione. Sì fidiamoci della terra di Dio.”
È necessario vivere l’arte paziente dell’attesa, dei tempi di siccità e di tempesta, dove “conti-nuiamo a fidarci di Colui che si prende cura della nostra vita e facciamolo prendendoci cura a nostra volta degli altri, condividendo la Via Crucis di tante persone che ci sono state affidate.” Il Signore ci chiede di diventare cirenei di quelli che pone sul nostro cammino.
Il nostro arcivescovo ci invita a non essere spettatori ma a scendere in strada per prendere posizione. E prosegue: “E noi vogliamo che la nostra Chiesa napoletana sia sempre al fianco di chi soffre, di chi lotta, di chi spera. Questo non è facile e richiede davvero molto coraggio e pazienza. Ed è proprio la pazienza che ci sostiene, che ci permette di restare in piedi, di resistere.”
Da qui nasce la necessità di CAMMINARE INSIEME nella concretezza del noi, “significa permettere che le nostre vite si intreccino attraverso fili invisibili di fiducia e rispetto reciproco, formando una trama di solidarietà e compassione che avvolga e protegga il cuore”.
Sarebbe più corretto dire: INSIEME PER CAMMINARE. Questo vuol dire che siamo chiamati a riflettere sullo STALLO in cui ci troviamo spesso, percependo una certa aria di stanchezza. Dall’altra poi, c’è la propensione alla FRAMMENTAZIONE. Se non cam-miniamo più è perché non stiamo insieme. “Ogni volta che annulliamo l’avverbio “insieme” cancelliamo anche il verbo “camminare”.
Visitando le nostre parrocchie – continua don Mimmo – spesso il cuore si riempie di gratitudine per il dono di tanti presbiteri, diaconi, laiche e laici che con tanta abnegazione, con tanto sacrificio e con tanta passione per il Signore offrono la loro vita, dall’altra questa gratitudine è turbata dalla fatica che fanno nel lavorare insieme, nel comunicare tra loro, nel far circolare le idee e nel condividere le esperienze.
L’invito forte che ci fa il nostro pastore è quello di “ritrovare le cadenze smarrite del dialogo interpersonale, di assaporare il gusto della COLLABORAZIONE e della CORRE-SPONSABILITÀ a tutti i livelli, perché è nella comunione e nella condivisione che ritroviamo il vero significato della nostra esistenza.
Sono tre i livelli, apparentemente distinti ma invece tra loro interconnessi, sui quali siamo chiamati a procedere:
- Il cammino sinodale; che anche quest’anno proseguirà nell’approfondimento degli ultimi quattro documenti (Economia ed ecologia; Carità; Famiglia e patto educativo; Dialogo ed interculturalità) attraverso la riflessione e il dialogo prima a livello parrocchiale e poi decanale.
- Gli organismi di comunione e di partecipazione, vanno rafforzati e valorizzati in modo che ciascuno possa avere un ruolo attivo e significativo nella vita della Diocesi.
- Il Giubileo. Celebreremo l’anno Santo del 2025 come occasione per un rinnovamento spirituale e comunitario, creando anche momenti di incontro e di riflessione che possano rafforzare il senso di appartenenza e di comunione tra tutti i fedeli. Ci sono due date da poter segnare: domenica 29 dicembre con l’aperta dell’Anno Santo in Diocesi e sabato 22 marzo 2025 quando andremo pellegrini a Roma per passare la porta Santa di San Pietro e per vivere un incontro fraterno anche con papa Francesco.
L’appello finale del nostro arcivescovo è quello di costruire la comunione con lo STILE del servizio; con il GUSTO di amare e servire la nostra Chiesa; con il PUNTIGLIO di dare più valore alla credibilità piuttosto che all’efficienza aziendale.
È necessario allora osare PASSI NUOVI per portare speranza alla nostra società; saper leggere “i negativi” per andare verso una visione positiva e colorata della realtà; costruire relazioni senza pregiudizi, per poter accogliere i cambiamenti che la fantasia dello Spirito suscita.
Conclude il messaggio affidando a Maria, “donna del Magnificat…” di insegnarci l’arte della pazienza, ad addestrarci all’esercizio dell’ascolto, a trasformare le nostre rassegnazioni in nuovi slanci di comunione e di unità e ad ispirarci parole nuove capaci di parlare al cuore della nostra città rigenerando la speranza.
Incamminiamoci su questa strada consapevoli che ogni passo compiuto diventerà un inno alla bellezza dell’esserci e dell’esserci insieme.
Don Piero, parroco