SARÀ BELLO…
Carissimi,
il mio saluto è per tutti voi.
Come vorrei conoscervi tutti, ma dovrò avere la pazienza del tempo che ci condurrà all’incontro. Sono DON FRANCO DE MARCHI il vostro nuovo parroco. Voglio parlarvi di me per farmi conoscere un po’ e così entrare, sia in modo discreto e in punta di piedi nelle vostre case per dirvi: “ci sono!”.
Sono nato a Salvarosa piccola frazione di Castelfranco Veneto in provincia di Treviso il 16 maggio 1951.
La mia è una storia come tante altre storie. L’avventura, di una persona tra tante altre persone, cominciata fin dall’età dei sogni e degli entusiasmi innocenti e puri, belli come sono belli i cuori dei bambini che il Signore della vita fa sbocciare nel mondo arido e sterile. Ero bambino, quando la voglia di essere, come l’ideale incarnato in una persona che mi aveva affascinato (il mio parroco), ha guidato i miei passi verso il Seminario S. Pio X a San Floriano di Castelfranco Veneto (TV). Ignaro dell’impegno nella quotidianità, ma già sedotto da Dio, provavo le ali per volare nello spazio libero dei sogni di bambino. Entrando in quel luogo affascinate: una bella casa, tanti alberi e grandi spazi per giocare, a mia madre, vedova da poco e con il cuore gonfio per quella mia decisione, dissi: “Adesso finalmente sono nei miei contenti”. Certo frase infantile di una mente libera e serena, ma anche punto fermo nella mia voglia di cercare e trovare. Nel tema di italiano, come prova d’ingresso, alla domanda: ”Cosa vuoi fare da grande”, rispondevo: “Vorrei essere prete e quando le mie mani tremanti toccheranno l’ostia, diventata il corpo di Cristo attraverso le mie parole, saprò di essere veramente e finalmente felice”; subito dopo, quasi spaventato di quello che avevo scritto, aggiunsi, per depistare il giudizio di chi avrebbe letto, che avrei voluto fare anche il pilota e altre cose banali come il ballerino; mi aveva preso quasi una vergogna di bravo ragazzo.
Era cominciato così! Ben presto, però, la nostalgia di casa e le difficoltà nello studio misero a dura prova l’iniziale entusiasmo, ma la voglia di vedere come andava a finire ha sempre mosso il motore interno del cuore. Vennero gli anni dell’adolescenza, della giovinezza, della contestazione e della caparbietà, a volte testarda, nella ricerca di autenticità e di verità. Vennero gli amori, le illusioni e le cocenti delusioni, le incompatibilità e il cammino difficile per la formazione della personalità e la chiarezza del futuro.
Una speranza-certezza mi ha sempre sostenuto: Fare della mia vita qualcosa di speciale, di non accontentarmi delle cose acquisite a basso prezzo, di non essere soddisfatto fino a quando il cuore non fosse pieno di amore. Gradualmente giunsi alla conoscenza dell’unica cosa che avrebbe riempito il cuore e che avrei potuto donare senza assaporare il vuoto successivo al dono: Gesù Cristo.
Decisi che doveva essere così! Gli anni dello studio filosofico diedero terribili scosse di terremoto e mi ritrovai solo, deluso, sconfitto e in piena crisi di fede. Ma il Signore vegliava al mio fianco e mise sulla mia strada un confratello-amico che mi aiutò a vedere oltre la fitta nebbia che chiudeva l’orizzonte: “Il tuo cuore, mi scrisse come augurio di compleanno, sta diventando grande come un lago alla cui acqua già molti trovano la gioia e la dolcezza di dissetarsi! E’ per questo che adesso sanguina, non temere! Stanno saltando i vecchi argini”. Ecco la storia della mia vita e del mio sacerdozio: Allargare il mio cuore per offrire la possibilità a coloro che incontro di assaporare l’Amore di Dio, allargare il loro orizzonte perché possano accogliere il messaggio di gioia del Vangelo.
Il resto è cronaca di avvenimenti e di ministero al servizio della Chiesa nell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi (preti di vita comune, secondo la spiritualità di S.Agostino, a servizio della chiesa locale).
Ordinato sacerdote il 1° ottobre 1977 per due anni sono stato nel Seminario Sant’Agostino a Frascati (Roma) con il compito impegnativo e difficile della educazione e della formazione umana e religiosa di seminaristi adolescenti.
Inviato poi, a S. Floriano nel Seminario S. Pio X per svolgere il compito di Animatore Vocazionale mi sono trovato benissimo, sembrava il compito fatto per me. Un po’ artista, la musica e il teatro sono stati mezzi potenti per attirare la curiosità e portare i giovani a conoscere il Seminario, il Carisma dei Canonici Regolari e la bellezza di seguire Cristo rispondendo alla sua chiamata.
Dopo nove anni mi fu chiesto di lasciare tutto e iniziare una nuova avventura come vice-parroco nella Comunità di S. Teodoro a Genova. All’inizio non fu facile; una cosa è certa ho amato quella comunità, da essa sono stato amato e insieme abbiamo amato il Signore.
Nel settembre 1997 la fedeltà alla vocazione mi ha condotto a Bologna nella giovane comunità dei Santi Monica e Agostino. Mi fu detto: non c’è la chiesa, c’è uno scantinato, non c’è spazio, non c’è…non c’è… ma tu vai! Non ebbi sogni sereni e i pensieri non sempre positivi. Mi domandavo: Ma che ci vado a fare?…. Andai a vedere: sì era vero non c’era la chiesa, non c’era, non c’era… Ma trovai una comunità che pregava, che amava il suo scantinato, che mi accolse con affetto e questo bastava! C’era il terreno buono per seminare l’Amore.
Ora eccomi a Napoli a S Maria di Piedigrotta.
Vi dico sinceramente che ci sono venuto contento, mi affascina la città di Napoli e l’essere parroco in un santuario dedicato alla Madonna.
Il mio programma pastorale si riassume in una parola: AMORE, e amare Dio e amarci fra noi allargando così l’orizzonte dell’accoglienza.
Sarà bello accoglierci nelle vostre case che sono il segno della casa del Signore dove si riunisce la comunità.
Sarà bello vivere la nostra umanità come ricerca e costruzione del bene comune e condiviso che guarda alle differenze non come problema alla comunicazione, ma come risorsa e fantasiosa ricchezza indispensabile al miracolo dell’Unità.
Sarà bello capire e sperimentare che non è l’uniformità la strada da percorrere, ma il mirabile (a volte difficile) equilibrio del dialogo, della stima, della cooperazione e dell’accoglienza per fare comunità di comunione.
Sarà bello accogliere l’utopia di Dio dell’Amore gratuito come utopia dell’uomo instancabile cercatore di sensi, di significati e di possibili aperture all’infinito trascendente di Dio che troppo spesso si ritrova ad essere solo costruttore di effimere illusioni.
Sono qui con voi, sono qui per voi.
Don Franco De Marchi
parroco