Progetto Arcobaleno
Carissimi,
ormai sono tre mesi che siamo insieme e la gioia di esserci mi riempie il cuore di gratitudine al Signore e a voi tutti per l’accoglienza calorosa e generosa che mi avete riservato. In questi mesi ho potuto toccare con mano la ricchezza spirituale e la grande disponibilità alla collaborazione che c’è nella nostra comunità parrocchiale, questo vi fa onore e mi stimola ad una attenzione vigilante per individuare e aiutare a far crescere i doni (carismi) che il Signore, attraverso il soffio dello Spirito, ha elargito con tanta sollecitudine fra di noi. Ringrazio tutti per la risposta alla vocazione di lavorare nella vigna del Signore, nei mille modi della grande fantasia di Dio, sapendo che operare non è necessariamente andare a fare qualcosa, ma è esserci con disponibilità e gratuità, con simpatia e benevolenza, con attenzione e partecipazione, e soprattutto con la preghiera di lode e di intercessione. La costruzione del corpo di Cristo, che è la comunità dei credenti, è la chiamata ricevuta nel battesimo e si realizza nel coraggio dell’amore accolto e ridonato avendo più attenzione per le persone che per le strutture e le cose da fare. Credo di individuare correttamente e di leggere con sincerità la realtà socio-religiosa nella quale la nostra comunità vive se propongo come impegno pastorale una più attenta evangelizzazione ad intra come fondamentale per quella ad extra. Abbiamo bisogno di un rinnovato impegno di conoscenza profonda ed intima del nostro Salvatore Gesù Cristo e dell’altro come fratello e sorella, dono stupendo di Dio. È su questa strada che si gioca in nostro futuro di persone e di comunità. Il 3 ottobre scorso ho proposto agli operatori pastorali il tema: La casa riempita di vento come riflessione sull’azione dello Spirito Santo nella costruzione della Comunità. Nel brano degli Atti degli Apostoli (1,12-26; 2,1-4) preso in considerazione si parlava della forza di un Vento gagliardo che si abbatteva sulla casa dove erano riuniti e di una nuova lingua che radunava tutti nella fede in Cristo risorto.
Ecco quanto vi propongo:
1- Non avere paura ad entrare nella comunità, sarà lì dove imparerai a capire che è proprio questo ciò che da sempre hai cercato nella faticosa comprensione del senso e del significato della tua esistenza.
2- È necessario entrare dentro di te per comprendere la tua unicità e la tua differenza come dono dell’Amore di tenerezza del Padre e specificità del tuo modo di essere. Solo differenziandoti puoi amare ed essere amato.
3- Concepire la comunità come soggetto di pastorale e costruirla cominciando da una accoglienza precisa, solerte, generosa, puntuale, gioiosa, simpatica, misericordiosa basata sull’esperienza personale di Cristo. Solo l’Amore rende possibile il sogno di Gesù quello che noi nemmeno osiamo sperare.
4- Passare da una casa (Chiesa) di individui ad una casa (Chiesa) comune di veri fratelli che si prendono cura gli uni degli altri facendosi compagni di viaggio nella paziente e faticosa costruzione del regno di Dio rendendo possibile la civiltà dell’Amore.
5- Per questo credo sia necessario metterci tutti nel:
L’arcobaleno lo propongo come icona della Comunità parrocchiale di Santa Maria di Piedigrotta.
L’arco è formato da colori base che hanno chiara la propria identità e a questa mai vi rinunciano, ma, nell’amore di Cristo, si donano alle altre identità e nello stesso tempo accolgono il dono della differente identità degli altri, arrivando così alla festa della comunione.
Bisogna avere il coraggio di sognare ciò che nemmeno osiamo sperare, credere che sia possibile ciò che noi giudichiamo impossibile perché “nulla è impossibile a Dio” e i sogni, attraverso la nostra disponibilità e collaborazione Dio li realizzerà. Nel tempo odierno dell’individualismo più esasperato noi accettiamo la sfida di una paziente costruzione della Comunità famiglia di Dio.
L’arcobaleno sarà per noi il segno del mirabile equilibrio tra la capacità nel donare e la generosità del ricevere.
Irreale? Sogno? Utopia? Impossibile?
Non lo sapremo mai se non proveremo a realizzarlo; non vogliamo lasciarci vincere dallo sconforto nella fatica. Credo sia affascinante avere questa speranza! Il lavoro sarà lungo ed esige una conversione del cuore , della mente e delle progettualità che potrebbero averci condotto lontano dall’ ideale del Vangelo. Il messaggio di Gesù non è un messaggio politico, sociale o economico; non è un antidoto al male che governa le relazioni, ma è l’utopia divina dell’Amore gratuito come proposta di novità alternativa alla cultura della morte, per cedere il passo alla speranza della rinascita di un uomo nuovo non più a immagine dell’obsoleto insignificante, ma immagine del Creatore e Signore della storia e dell’uomo.
A tutti auguro uno splendido percorso di vita.
Don Franco De Marchi
parroco