“SI RIPARTE”
Carissimi,
Terminate le meritate vacanze estive ci siamo ritrovati in comunità per celebrare le feste in onore della B. V. Maria, Regina delle Grazie e di Piedigrotta. Colgo l’occasione per ringraziare le tante persone che hanno collaborato per ottenere il migliore svolgimento delle varie celebrazioni e della festa stessa. GRAZIE.
Non si fa in tempo a smaltire la “sbornia” delle feste che il “dovere” ci richiama per avviare
il nuovo anno pastorale. Ci si mette in moto e quindi si riparteee…. E’ come un automobile con la batteria scarica che necessita di essere messa in moto a spinta; così avviene per tutte le attività quando devono ripartire. Si fa un po’ di fatica ma se “spingiamo” tutti insieme nella stessa direzione si riesce a partire subito.
Ci viene prospettato un anno intenso, soprattutto dal punto di vista spirituale; saremo infatti chiamati a vivere con forte impegno il nostro rapporto con Dio, accogliendo il suo generoso e gratuito perdono e amore. Tutto questo sarà possibile anche grazie alla felice intuizione di papa Francesco, il quale ha indetto, a partire dall’8 dicembre 2015, un anno santo straordinario della misericordia.
La nostra comunità parrocchiale sarà coinvolta direttamente in questo anno santo in quanto la nostra Basilica-Santuario è stata eletta dai sacerdoti del IV decanato come luogo di riferimento e di pellegrinaggio per tutti i fedeli di Chiaia/Posillipo per l’intero periodo dell’anno giubilare. Pertanto ci saranno eventi, pellegrinaggi, celebrazioni legati al sacramento della riconciliazione per ottenere il dono della misericordia. Si sta pensando, per l’occasione, di adattare la prima cappella sulla destra, di fronte a quella del fonte battesimale, a cappella della riconciliazione con un appropriato adeguamento dei confessionali, creando delle cellette per l’incontro con il sacerdote.
Vorrei ora dare voce al nostro cardinale Crescenzio Sepe che nella sua lettera pastorale “Dar da bere agli assetati” Sete di Dio e di umanità scrive a tutti i cristiani della Chiesa di Napoli a proposito della pastorale della misericordia:
La tradizione biblica ci consegna un’espressione, ricca di intimo pathos spirituale: Dio ci tratta con “viscere di misericordia”. Essa è stata rilanciata da Papa Francesco nell’incontro con l’Episcopato brasiliano (il 27 luglio 2013).
Parlando della conversione pastorale, il Papa precisò: «Vorrei ricordare che “pastorale” non è altra cosa che l’esercizio della maternità della Chiesa. Essa genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano. Serve, allora, una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia». Alla fine, il Papa ribadì con forza che «senza la misericordia c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di “feriti”, che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore». In diverse occasioni Papa Bergoglio ripete: «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita, sporca per essere uscita per le strade piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e le comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».
Occorre, oggi più di ieri, un quadro di riferimento culturale che faciliti la lettura critica della nostra realtà e orienti le prospettive dell’azione pastorale.
C’è bisogno di una sollecitazione motivazionale che consenta di curvarsi sui bisogni dei più deboli, su chi è caduto per rimetterlo in piedi. Questo modello cristiano di comportamento – artisticamente raffigurato nell’immagine di Caravaggio – è costantemente proposto da Papa Francesco, che ha fatto della tenerezza e della misericordia il paradigma della vita cristiana e della progettualità pastorale.
«La misericordia non è solo un atteggiamento pastorale», sostiene incisivamente, «ma è la sostanza stessa del Vangelo di Gesù» (Lettera al Gran Cancelliere della Universidad Católica Argentina del 3 marzo 2015).
L’immagine di Gesù, pastore vero, che nella visione del profeta Isaia «porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri» (Is 40,11), richiama una dimensione tenera e materna che, unita alla fortezza, evoca quella che Papa Francesco chiama, con uno splendido ossimoro, una «combattiva tenerezza» (Evangelii gaudium 88).
In questo nuovo anno pastorale, racconteremo anche noi la tenerezza ostinata e mai arresa di Dio. Nella città dove abitiamo, siamo chiamati a diventare il racconto della tenerezza di Dio, della sua vigorosa, irriducibile tenerezza: quella che rifulge di particolare splendore in Maria, che il popolo cristiano non cessa d’invocare “Madre della misericordia”. Sarà Lei che ci accompagnerà in questa tappa del nostro cammino e a Lei affidiamo, con amore di figli, i nostri propositi e l’impegno a fare della Chiesa napoletana una casa e una scuola di comunione e di misericordia.
‘A Maronna c’accumpagna!
Don Franco Bergamin
parroco