AMA la VITA
Carissimi
il mese di febbraio sembra il più “tranquillo” ma in realtà è il mese tra i più “densi” di giornate o tempi significativi. Mi permetto di individuare i momenti più importanti per noi.
Metto, cronologicamente, in risalto la 37a giornata per la VITA che si celebra il 1° febbraio e riporto alcune parole che aprono il messaggio della Conferenza Episcopale Italiana “Solidali per la vita”.
«I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita». Queste parole ricordate da Papa Francesco sollecitano un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine. È l’invito a farci servitori di ciò che “è seminato nella debolezza” (1 Cor 15,43), dei piccoli e degli anziani, e di ogni uomo e ogni donna, per i quali va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita.
I nostri vescovi hanno voluto istituire una giornata di riflessione circa il dono della vita perché possiamo riflettere, pensare, trasmettere, difendere, amare la VITA.
Poi, con le parole introduttive del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Malato, che sarà celebrata l’11 febbraio 2015 vorrei far sentire la mia vicinanza, insieme a quella dei confratelli don Giovanni e don Fabricio, a tutte le persone che sono malate, anziane e a quelle che sono impossibilitate a vivere pienamente la propria vita. Noi sacerdoti andiamo a trovare mensilmente diverse persone malate e anziane nelle vostre case. Sono convinto che alcune di esse non sono da noi visitate. Ci farebbe piacere se voi poteste segnalare quelle di cui non siamo a conoscenza. Mi è caro essere loro vicino per essere per loro, come ci dice il papa nel suo messaggio, gli occhi e i piedi della comunità cristiana.
«Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (Gb 29,15) Cari fratelli e sorelle, in occasione della XXIII Giornata Mondiale del Malato, istituita da san Giovanni Paolo II, mi rivolgo a tutti voi che portate il peso della malattia e siete in diversi modi uniti alla carne di Cristo sofferente; come pure a voi, professionisti e volontari nell’ambito sanitario. Il tema di quest’anno ci invita a meditare un’espressione del Libro di Giobbe: «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (29,15). Vorrei farlo nella prospettiva della “sapientia cordis”, la sapienza del cuore.
Infine un pensiero sulla Quaresima che inizierà il 18 febbraio con il mercoledì delle ceneri. E’ un periodo in cui la comunità cristiana e ogni singolo battezzato si dispongono, attraverso un cammino di conversione e penitenza, nell’ascolto della Parola di Dio e nella carità fraterna, a vivere in pienezza il mistero della Pasqua di Cristo, in maniera solenne nella sua ricorrenza annuale, che quest’anno cade il 5 aprile, come anche nell’appuntamento comunitario della celebrazione eucaristica della Domenica, “giorno del Signore”. Con la quaresima noi sacerdoti verremo a far visita alle vostre famiglie. Sarà un modo per conoscerci, incontrarci, comunicarci la fede e donarci la benedizione. Ci auspichiamo che la benedizione possa essere un momento di fede e di consolazione, di gioia e di speranza, quali doni di Dio.
In attesa di incontrarci personalmente nelle vostre case, vi saluto cordialmente.
Don Franco Bergamin
parroco