QUANDO FU A TAVOLA CON LORO (Lc. 24,30)
Carissimi,
dopo il cammino quaresimale eccoci giunti alla “festa delle feste”: la Pasqua del Signore.
La Provvidenza di Dio ci ha fatto percorrere vie insperate, provare emozioni di vette vertiginose, aperto orizzonti sconfinati e assaporare la misericordia della Riconciliazione.
Attraverso il digiuno quaresimale ci fa fatto capire l’Amore portandoci nel deserto dove tutto è niente e dove il niente assume il valore dell’essenziale e dell’indispensabile. Abbiamo aperto gli orecchi del cuore ad ascoltare il silenzio pieno dell’ ineffabile sospiro di una Voce che il chiasso frenetico del quotidiano ci aveva resi incapaci di percepire abituandoci alla sordità, alla superficialità e alla indifferenza.
Ora, rinnovati dalla grazia, il Signore ci conduce oltre il mare delle delusioni, verso la terra promessa della intimità personale, della vita famigliare e della festa che esplode nella comunità.
Ora Egli ci aiuta a vincere la tentazione di abbandonare la speranza, troppo spesso vista come sogno che svanisce con le prime luci dell’alba.
Adesso è Pasqua:
- tempo di novità sorprendenti;
- tempo della saggezza che interpreta la storia;
- tempo di un futuro, non solo sognato, ma qualificato già nel presente.
Oltre l’incomunicabilità del fast-food dove ognuno pensa a soddisfare i propri bisogni perché non ha tempo per il tempo, per l’invito, per lo sguardo, per la parola… Pasqua è l’occasione della vita ritrovata nel tempo che si riappropria del suo ritmo; dell’incontro che recupera lo spazio per l’altro; dello sguardo che, nella calma, comunica; della parola che, rifiutando l’inattendibilità del dire odierno, ridona significato alla comunicazione.
Adesso è Pasqua:
- passaggio che va oltre il nostro egocentrismo;
- passaggio che rinvigorisce la vita oltre la morte della fuga;
- passaggio che impegna a costruire la realtà sulla roccia della Parola rivelata.
Siamo riusciti a inventarci la strategia del piacere e dell’avere come unici parametri dell’esistenza. Abbiamo banalizzato i sentimenti e gli affetti utilizzandoli come mezzi pubblicitari per vendere i prodotti del superfluo. Dopo tanto cammino sulle strade assolate della vanità, il buio del non senso comincia a mettere in crisi le certezze così facilmente seguite e le prime luci della notte ci obbligano a fermarsi, per restare con chi sulla strada aveva aperto spiragli di nuove possibilità: forse uno sconosciuto, una persona incontrata, un amico, un amore, una persona dello spirito?…
Adesso è Pasqua:
- scoperta che la vita è vera solo se è dono;
- scoperta della capacità di realizzare rapporti stabili e veri;
- riscoperta dell’incontro e della convivialità.
Saranno capaci le nostre famiglie di recuperare il gesto antico e nuovo della tavola come tempo dell’incontro?
Saranno capaci le nostre famiglie di ascolto vicendevole e di dialogo costruttivo?
Saranno capaci le nostre famiglie di condivisione vera e di crescita sincera nello stimarsi e nel volersi bene sempre e comunque?
Saranno capaci le nostre famiglie di benedizione e di spiritualità?
La Pasqua, quest’anno, invita la nostra comunità a questi gesti semplici, perduti dentro la selva intricata della cosiddetta modernità maestra malvagia nel ridurre il senso del vivere ad un ingranaggio folle che umilia l’esistenza.
Pasqua diventa, ora, la proposta a cercare insieme qualcosa di meglio, quel tesoro da recuperare che l’uomo ha dentro di sé: il suo spirito.
Sedersi alla stessa mensa è mettersi nella condizione di trovare tutto questo. Siamo chiamati alla mensa della casa per giungere alla mensa della Chiesa e dall’altare della Chiesa alla tavola di casa.
Buona Pasqua a coloro che cammineranno le strade meravigliose e fantasiose del cuore di Dio misericordioso.
Buona Pasqua a coloro che non cederanno alla tentazione dell’abbandonare tutto per ripiegarsi nei propri interessi.
Buona Pasqua a coloro vivranno al ritmo dei valori dell’incontro, dello sguardo e della parola.
Buona Pasqua a coloro che saranno capaci di “restare perché si fa sera” e di sedersi alla mensa della familiarità.
Buona Pasqua a coloro che saranno capaci di far tacere il vuoto e il nulla per ascoltare il respiro dell’altro.
Buona Pasqua a coloro che rinasceranno con il coraggio di fare scelte alternative alla grande mistificazione contemporanea.
Buona Pasqua a coloro che, dopo aver accolto l’invito alla mensa di Dio, faranno posto a lui nella mensa della casa.
Buona Pasqua a coloro che, dopo l’incontro nella tavola della casa troveranno la mensa eucaristica della comunità.
Buona Pasqua a coloro che vorranno vivere la Pasqua non come una ricorrenza del calendario, ma come rinascita in Cristo unico salvatore del mondo.
Buona Pasqua…
Don Franco De Marchi
parroco