Pasqua: tiramm a campa’?
Un’espressione che in questo anno e mezzo di permanenza a Napoli e durante le mie visite alle famiglie ho sentito più volte. Inizialmente la interpretavo filosoficamente, come un modo di vivere senza preoccupazioni, di un fiducioso abbandono alla Provvidenza. Mi sembrava bello. Poi ho compreso meglio che questo modo di dire esprime un demotivato sopravvivere, un tirare avanti alla meno peggio, un badare solo ad esistere, un sussistere senza speranza. Questo mi sembra molto riduttivo, tanto povero, per niente bello. Non credo che da cristiani si possa accettare.
Siamo chiamati per vocazione a vivere la vita. Una nota canzone religiosa degli anni ’90 edita dal gruppo musicale Gen Verde canta così: “Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell’amore è il tuo destino è quello che Dio vuole da te”.
Dio vuole che noi viviamo quotidianamente ed intensamente la nostra vita e che non tiramm a campa’. Vuole che la nostra vita sia vissuta nell’amore.
Gesù ci ha dato un esempio. Ha vissuto la sua vita di amore fino in fondo, fino al sacrificio della croce. Nell’amore ha speso tutto della sua vita, l’ha data, donata, offerta, condivisa con amore. Non ha certo tirato a campa’. Non pensiamo solo alla fine della sua esistenza terrena ed alla croce. Consideriamo anche il Gesù dei tre anni della predicazione in cui stava con la gente e viveva con essa; interloquiva con le prostitute e con gente «poco raccomandabile»; mangiava a casa di tutti, dei pubblicani, peccatori e l’accusavano pure di essere un mangione e un beone. Gesù viveva la vita e, nello stesso tempo, restituiva vita.
Dio cosa vuole da noi?
Vuole che tu, io, noi, tutti viviamo la nostra vita di ogni giorno nell’amore e con amore. Vuole che si abbia il coraggio di spendere bene e con amore la nostra vita.
Spenderla per chi?
Penso alle madri e ai padri che vivono con amore la vita per i figli. Ai mariti che offrono con amore la vita alle proprie mogli e ugualmente le spose al proprio sposo. Mi vengono in mente gli insegnanti che con tanta ed amorevole dedizione si spendono per la formazione alla vita dei propri alunni. Considero la premurosa cura dei medici per rimettere in salute la vita. Poi i consacrati, i sacerdoti, le religiose che si donano alla Chiesa per la vita degli altri; i missionari e i volontari che si spendono affettuosamente per i più bisognosi; tutti coloro che svolgono attentamente e premurosamente il proprio lavoro a servizio dei fratelli e per la loro vita.
Domandiamoci: “Ma io per chi spendo la mia vita? Investo o sperpero la mia vita? Come mi dono? O sono tra quelli che tirano a campa’? Se anche io dicessi tiramm a campa’ allora sarei come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia o come la tartaruga che si ritira nel suo guscio. In verità, sarei un cristiano fermo ancora alla quaresima e difficilmente vedrò la Pasqua.
Se invece riuscissi con la mia vita a cantare “Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generare ogni momento il paradiso è quello che Dio vuole da te”, allora potrei proprio dire che per me è Pasqua e posso con amore, gioia, entusiasmo, grazia, fiducia, dono, impegno, convinzione generare, alimentare, donare, offrire, concepire Vita.
Buona Pasqua!
Don Franco Bergamin
parroco