LA LUCE DEL NATALE
Carissimi,
Stiamo per iniziare un nuovo anno liturgico con il tempo dell’AVVENTO, ci auguriamo che la venuta di Cristo non sia la celebrazione di un evento commemorativo, ma diventi presenza viva che trasforma l’esistenza per una fede più cosciente e matura.
Avevo scritto così nel mese di Novembre dopo la riflessione sulla prima strofa dell’INNO DELL’ANNO DELLA FEDE; in questo numero, che esce proprio la PRIMA DOMENICA di AVVENTO, vi invito a rileggere e a rimeditare tutto lo scritto per un proficuo percorso di preparazione al Santo Natale.
Ora riflettiamo sulla seconda strofa dell’INNO.
Camminiamo deboli e sperduti,
senza il pane quotidiano.
Tu ci nutri con la luce del Natale,
sei per noi la stella del mattino.
Con Maria la prima dei credenti,
Signore noi ti preghiamo.
(Io credo, Signore, aumenta in noi la fede!)
Il mondo contemporaneo con la sua logica del benessere sfrenato a tutti i costi, ci immerge in una situazione di debolezza in quanto, costantemente, ci fa sentire incapaci di adeguarci ai modelli di vita realizzata e di traguardi irrinunciabili per la conquista, imposta come condizione indispensabile al vivere sociale, della felicità comprata con il potere economico e mediatico.
Ci sentiamo deboli e sperduti nella giungla delle proposte affascinanti, molteplici e contraddittorie, diventando incapaci di “vederci chiaro”, di compiere percorsi per approfondire (non c’è tempo) e di avere possibilità di scelta. Siamo arrivati, convinti, alla conclusione che l’unica libertà che ci è concessa è quella di essere liberi di scegliere di non scegliere. Colui che decide di scegliere e si azzarda ad essere coraggioso sfidando l’omologazione, è “un povero disinserito” messo alla gogna da una società fatta di automi adoratori del “bisogna fare così perché lo fanno tutti, e non vorrai mica essere diverso?”.
La debolezza di cui facciamo esperienza è dovuta alla mancanza di un pane quotidiano fresco e nutriente, di un pane che sfama, non di quello vecchio e ammuffito comprato al mercato delle illusioni che è solo apparenza, di un pane che ti fa stare bene con te stesso e soddisfatto per quello che sei e che realizzi. Oggi, però, ci siamo abituati a mangiare il pane del nulla che rende sperduti. Abbiamo bisogno di un pane che ci doni forza nella quotidianità, di un pane fragrante che si impasta e si cuoce nella casa dove ci si incontra come famiglia umana e cristiana. Questo è il pane quotidiano dono del Padre ai suoi figli deboli e sperduti, il pane che ci riporta con la mente a Betlemme (Casa del Pane) dove Dio Padre nella tenerezza dello Spirito Santo ci dona Gesù che darà il pane spezzato del suo corpo come cibo di vita eterna. Un pane dono, un pane cibo, un pane sostegno, un pane vita, un pane nuovo per la vita nuova.
Ora dopo l’Avvento, per-corso di liberazione per giungere alla libertà di scegliere la Verità di Dio unica che sfama, rinvigorisce e rafforza, il pane si mostra come LUCE che illumina le tenebre dell’errare senza mèta. I pastori di Betlemme che vegliavano il gregge, popolo che camminava nelle tenebre, hanno visto una grande LUCE, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse (cfr.Isaia 9,1).
È la LUCE del Natale del Signore che inonda di gioia e di pace la terra come riempie di senso e di significato la vita.
Ai pastori, gente ai margini della società, apparve la gloria di Dio che cantò: Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore (Luca 2,10b-11).
Ci auguriamo che il Signore, in questo anno della Fede, ci dia la grazia di fare l’esperienza dei pastori: essere ai margini proprio perché superbamente dentro questa società che abbiamo costruito illusi di esserne i padroni assoluti e, senza indugio si spinga a partire verso la Casa del Pane (Betlemme) a portare in dono il nostro pane vecchio e immangiabile di una fede abitudinaria e senza entusiasmo, per ricevere il Pane della Gioia che illumina il volto.
Egli, il NATO RE, è la LUCE ed è la STELLA che annuncia il mattino nuovo della storia. Noi ora, adesso, abbiamo bisogno della venuta di Cristo Signore nella realtà ingarbugliata dei nostri giorni grigi; abbiamo bisogno di una luce che fughi le tenebre dell’effimero, ne abbiamo bisogno perché finalmente ci decidiamo ad alzare lo sguardo dal fango della terra desolata, impariamo a scrutare il cielo e, lasciandoci guidare nella speranza, scorgiamo la STELLA che annuncia il nuovo giorno atteso come guida sicura per vincere la paura di seguire la Verità.
Sì, ora è il tempo giusto di seguire la STELLA e riconoscere in Colui che è nato il Signore e la guida della nostra esistenza.
Questo Natale sia un Natale di LUCE, non le luci artificiali degli addobbi, quelle ad intermittenza dell’albero o quelle colorate e scenografiche del presepe, ma la LUCE di Gesù che illumina la nostra vita affievolita dal tran tran quotidiano o dall’abitudinarietà dei gesti ripetuti senza gioia, senza entusiasmo e senza novità; la LUCE che fa brillare di festa il volto dei cristiani inviandoli ad essere testimoni di gioia.
Tutto questo sarà possibile solo con la forza della preghiera fiduciosa e incessante. Chi ci aiuterà? Maria la prima dei credenti in Gesù che ha partorito e del quale si farà umile discepola e ascoltatrice, lei ci guiderà sui passi della preghiera e con lei noi potremo dire: Io credo, Signore!
BUON NATALE a coloro che sono nel grembo della madre perché nascendo trovino più fede e più fiducia nel volto dei genitori.
BUON NATALE ai bambini e ai ragazzi perché sappiano giocare nella compagnia degli amici e non nella solitudine dell’elettronica.
BUON NATALE ai giovani perché abbiano il coraggio di rifiutar la banalità degradante di una vita senza fatica di cercare e impegno per costruire.
BUON NATALE agli sposi di questo anno perché l’amore reciproco abbia la durata del per sempre con la garanzia dell’amore stesso di Dio di cui è segno.
BUON NATALE ai genitori perché assumano con coraggio il compito di educatori con l’arte di stimolare, rimproverare, amare e incoraggiare.
BUON NATALE agli anziani perché non si scoraggino di fronte alle difficoltà trovando nella fede e nella solidarietà il sorriso per l’ultima canzone alla vita.
BUON NATALE ai vedovi perché annuncino la fede nella vita che non muore e siano testimoni della speranza.
BUON NATALE ai separati perché credano nella possibilità della riconciliazione come dono del Natale e nella vita nuova in Cristo
BUON NATALE ai single perché la loro vita sia piena di amore e di dono per essere costruttori di un mondo di pace.
BUON NATALE ai preti, ai frati e alle suore perché non si stanchino nella via della santità e siano annunciatori e testimoni dell’amore infinito di Dio.
BUON NATALE!
Don Franco De Marchi
parroco