Duecento anni dell’unificazione Lateranense
Carissimi,
come ci ricorda il cartellone posto all’esterno della nostra Chiesa, e i pannelli che si trovano nella Cappella del fonte battesimale, che illustrano la nostra storia di Canonici Regolari del Santissimo Salvatore Lateranense, il 16 ottobre 2022 abbiamo iniziato questo bi-centenario della unificazione Lateranense, con la possibilità di poter ricevere anche l’indulgenza plenaria. Tanti di voi si chiederanno:
ma che cosa si festeggia? L’unione dei Lateranensi con i Renani avvenuta il 28 giugno 1823.
Il nostro abate emerito don Giuseppe Cipolloni, ha sintetizzato, a grandi linee, in un articolo, la storia di questo avvenimento che riguarda in modo speciale la nostra parrocchia.
Dal 1453 questo santuario di Piedigrotta è stato affidato ai religiosi Canonici Regolari Lateranensi. Nei secoli 1500 e 1600 la famiglia Lateranense visse un periodo di espansione fino ad arrivare ad avere 70 case sparse per la penisola.
Nel 1700 a causa della soppressione, la dispersione dei canonici e l’incameramento dei beni da parte delle autorità civili e religiose, la congregazione rischiò l’estinzione. Di tante case di cui andava orgogliosa, ne erano rimaste solo due: Santa Maria di Piedigrotta e santa Teresa di Bitonto. I pochi confratelli rimasti, una quindicina in tutto, ormai di canonico avevano solo il nome. Non ne vestivano più l’abito e tanto meno ne vivevano la regola di vita.
Non diversa era la situazione della Congregazione dei Canonici Regolari del SS Salvatore, detta anche Renana. Delle tante case sparse per l’Italia, per gli stessi motivi politici, economici e religiosi, sul finire del XVIII poteva contare sulla sola casa di S. Pietro in Vincoli, in Roma.
La provvidenza mandò un uomo, l’abate Vincenzo Garofali e mise in cuore a quest’uomo una forte passione per la vita canonicale. Sarà suo merito se oggi la vita canonicale è presente non solo in Italia e in altre nazioni europee, ma anche nelle Americhe. Il suo progetto fu quello di raccogliere ciò che rimaneva della Congregazione Lateranense e della Congregazione Renana e dalla loro unione ripartire con nuovo slancio.
L’abate Garofali il 6 agosto 1819 fu investito dalla santa Sede di ampie facoltà per procedere in qualità di delegato al ripristino della vita religiosa a santa Maria di Piedigrotta e poi procedere all’unione dei Canonici Lateranensi con i Canonici Renani.
Il Garofali, dopo vari contatti, trascorrerà più di un mese nella comunità di Piedigrotta, e in riunioni con i pochi confratelli delle due comunità lateranensi, discuterà dei diversi problemi disciplinari ed economici presenti in esse. Il 7 settembre del 1819, vigilia della Natività di Maria Santissima, nel santuario gremito di fedeli, i Lateranensi con i loro confratelli conversi indossarono di nuovo il loro abito e rinnovarono nelle mani del nuovo Superiore Generale la professione religiosa. Questa solenne celebrazione darà inizio ad un cammino di comunione tra le due Congregazioni per concludersi in modo ufficiale a Roma, nella Basilica di S. Pietro in Vincoli il 28 giugno 1823.
Con l’avvento dei Lateranensi, il santuario di Piedigrotta divenne rinomato e famosa divenne la festa popolare dedicata alla Natività di Maria, l’8 settembre.
Grazie al loro zelo, nel 1802 Papa Pio VII accolse la richiesta di coronare la statua della Madonna. Il 5 settembre l’abate don Bernardo Cuomo, tra l’esultanza dei fedeli, procedette all’incoronazione della statua di Maria e del Bambino con due corone tutte d’oro.
La nuova Congregazione, in contrasto con le precedenti riforme dell’Ordine canonicale, privilegia il servizio pastorale della gente come parte fondamentale del proprio carisma. La vita religiosa è vista come ricchezza e servizio al popolo cristiano. La si sceglie per meglio servire la gente. Diventano importanti la vita pastorale, la predicazione, la direzione spirituale e il servizio della carità. La vita religiosa non è più concepita come totale separazione dal mondo (fuga mundi), ma come impegno di santificazione per la evangelizzazione dei fratelli.
Il santuario diventa parrocchia
Sul finire del secolo XIX, la creazione delle strade di Corso Vittorio Emanuele, di Via Caracciolo che percorre il lungo mare e poi ancora la realizzazione di Via Posillipo, fecero del piccolo Borgo di Mergellina una zona piuttosto abitata, e non più isolata dal centro cittadino. L’unica parrocchia, S. Maria delle Neve, che serviva la zona apparve ormai insufficiente al servizio pastorale della gente. Fu così che l’arcivescovo Giuseppe Prisco nel 1912 elevò a parrocchia la Basilica santuario della Madonna di Piedigrotta. Non sappiamo molto della sua grandezza. Dai registri della parrocchia si può rilevare che nel 1913 si celebrarono 69 matrimoni, 240 battesimi, 118 funerali. Dei defunti impressiona la mortalità Infantile. Molti bambini muoiono nei primi mesi di vita. Come pure l’età media delle persone morte. Di esse solo 5 superano gli 80 anni.
Con la creazione della parrocchia, avvenuta il 16 maggio 1912, festa dell’Ascensione del Signore, inizia per la comunità religiosa un tempo nuovo. L’apostolato dei confratelli non sarà ristretto agli ambienti del santuario, ma abbraccerà il territorio parrocchiale, con la visita alle famiglie specialmente nel tempo pasquale con la benedizione delle case, con la catechesi di preparazione ai sacramenti, con l’assistenza agli ammalati e agli anziani, con l’animazione dei vari gruppi di attività pastorale.
Sono rimasti un lontano ricordo le celebri sfilate militari che accompagnavano i regnanti il 7 settembre sera, vigilia della festa, a rendere omaggio alla Madonna di Piedigrotta. Antiche stampe e fotografie ci raccontano anche dei pellegrinaggi di contadini che a piedi o sui carri variopinti, raggiungevano il santuario per far visita alla Vergine della grotta. Canzoni ancora in voga con le loro melodie ci parlano di un festival, legato a Piedigrotta e alla sua festa e che rendeva Napoli celebre nel mondo.
Sono sempre vive invece nel cuore della gente, le solenni processioni della Madonna. Il gergo popolare preferisce chiamarle “uscite”, perché la statua della Vergine lascia il suo santuario per percorrere, tra spettacolari fuochi pirotecnici, le acque del golfo.
C’è ancora chi ricorda l’uscita della Madonna nel 1953, VI centenario di fondazione del santuario e poi quella del 1966, in occasione del restauro della statua. Molti ricordano l’uscita della Madonna nell’anno giubilare del 2000.
La più antica tradizione voleva che la Madonna uscisse in solenne processione nell’anno 53 di ogni secolo in ricordo della data di fondazione della Chiesa. Ma per il popolo dei fedeli sembrava un tempo troppo lungo, e lo era. Fu aggiunto allora opportunamente un‘altra ricorrenza da celebrare e ricordare: l’incoronazione della statua della Madonna col Bambino nel 1802. Pertanto le uscite in processione della Vergine di Piedigrotta sono in calendario l’anno 2 e 53 di ogni secolo. Ai posteri la gioia di questi incontri con la nostra Mamma celeste.
Ma la Madonna di Piedigrotta, con le sue feste, con le sue tradizioni, con le sue edicole sparse nei vicoli, con i suoi sabati e i suoi Rosari, è sempre viva nel cuore dei napoletani, i quali sono felici ogni anno, nel periodo delle feste, di ritrovarsi ai piedi della Vergine per cantarLe la Serenata.
“Serenata alla Madonna” è una manifestazione artistica, nata nel 1983 e che esprime la fede popolare attraverso racconti, canti e personaggi dell’antica festa interpretati da attori e cantanti. E la storia continua.
Non è pensabile parlare di Piedigrotta senza questo legame con la Madonna. Non per nulla, la leggenda vuole che la statua della Vergine con il bambino sia stata trovata, tra terra e sasso, nello scavo delle fondamenta del santuario.
Questa è la storia passata: ora tocca a noi farla!
Per questo nostro giubileo, Papa Francesco, ci ha concesso l’indulgenza plenaria da poter ricevere in tutte le nostre Parrocchie, fino a giugno.
Concluderemo queste nostro bi-centenario a Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, domenica 25 giugno con la santa Messa presieduta dal Presidente della CEI, il Card. Matteo Zuppi, con la presenza di tutte le comunità parrocchiali affidate ai CRL in Italia e con la presenza di confratelli che verranno da tutto il mondo. Cominciamo già da ora a prepararci per vivere anche noi questa festa conclusiva.
Don Piero; don Giovanni e l’abate emerito don Giuseppe sacerdoti dei Canonici Regolari Lateranensi