“Accoglietevi gli uni gli altri”
Carissimi,
un saluto affettuoso a tutti e la testimonianza della gioia di Gesù che scaturisce dal cuore riempito del suo Amore.
In questo mese di febbraio, nel quale vivremo la spensieratezza del carnevale e l’inizio del tempo austero della quaresima, vogliamo intrattenerci sul primo argomento-tappa della costruzione di una comunità arcobaleno segno dell’alleanza di Dio con il suo popolo di credenti in Cristo che vive nella nostra parrocchia: L’ACCOGLIENZA.
Ma cos’è l’Accoglienza?
Viviamo in una società multietnica- culturale e religiosa e le integrazioni non sono sempre facili e tanto meno scontate, si fa fatica, molta fatica, ad accogliere e accettare l’altro. Da una parte si sente il bisogno di confronto e di scambio percependolo come necessario al progresso, ma dall’altra parte non si accetta l’immigrazione e tanto meno si accoglie l’altro nella sua differenziazione e diversità su vari livelli. La relazione con l’altro è regolata non sulla persona ma sugli interessi economici. Si vorrebbe una omologazione pur sapendo che questa non è né giusta né possibile in quanto non rispettosa della persona, si accetta il lavoratore, ma non lo si vuole con i stessi diritti e doveri; l’altro deve sempre essere identificato nella sua diversità e spesso questa la si enfatizza fino a farla diventare un marchio di riconoscimento, di separazione e di inferiorità. Tale situazione sta creando, anzi ha già creato, un clima pesante di diffidenza che genera paura e sfocia nella relazione di un atteggiamento difensivo che innalza muri ideologici e sociali di netta separazione. Sembra che tutto sia permesso nei confronti dell’immigrato e del diverso fino ad istituzionalizzare ingiustizie e sopraffazioni.
Ma noi abbiamo conosciuto la Carità di Cristo Gesù nostro Signore e abbiamo sperimentato nella fede la bellezza dell’Amore. Chi incontra Gesù incontra se stesso e l’altro diventa fratello dono prezioso della paternità di Dio e stupendo tesoro dell’amicizia in Cristo con la pienezza di vita dello Spirito Santo.
Noi non vogliamo omologarci conformandoci alla mentalità di questo mondo, ma vogliamo trasformare, rinnovando, il nostro modo di pensare per essere in grado di discernere ciò che è buono, giusto e gradito a Colui che amandoci ci insegna l’amore (cfr. Rm. 12,1)
È per questa ragione che la nostra Comunità Parrocchiale vuole continuare e migliorare il cammino intrapreso da anni verso l’altro. Vogliamo riproporre i passi illuminandoli di nuovo entusiasmo con modalità adatte ai nostri giorni. Il primo passo è accogliere la festa dei colori che danza nella differenziazione.
Ogni diversità è pienezza di identità e può essere risorsa o ostacolo.
Ostacolo per chi non ha ancora conosciuto l’amore, risorsa per chi ha assaporato la bellezza del donare e del ricevere.
Solo chi sa amare e si lascia amare sarà capace di ACCOGLIENZA.
Accogliere è accettare se stessi e vivere in mezzo agli altri che sono diversi da sé.
Accogliere è non avere aspettative e pretese sull’altro, ma apprezzare quello che egli è e può offrire, sapendo che nessuno è così misero da non avere nulla da dare in dono.
Accogliere è un atteggiamento della bontà e della benevolenza dell’essere umano che prende coscienza della sua dignità.
Accogliere è disponibilità verso colui che è simile a te.
Accogliere è catechizzare il cuore per giungere alla generosità di aprire la porta, liberando così il sentimento più profondo dell’anima.
Accogliere è dare qualità alla vita superando la solitudine capaci di accorgersi dei bisogni.
Accogliere è fare a se stessi il dono della possibilità di realizzare il proprio io nella complementarietà.
Accogliere è esaudire il desiderio di pienezza. Accogliere è nostalgia di insieme è bello. Accogliere è guardare con amore facendo stare a proprio agio l’altro.
Accogliere è andare oltre la meschinità degli orizzonti ristretti e atrofizzati del possedere.
Accogliere è sorriso nel cuore e cammino sereno nell’avventura della vita.
Accogliere è fiducia è verità, è gioia, è vita.
Impariamo l’arte dell’accogliere e costruiremo una comunità capolavoro dell’amore di Dio.
Don Franco De Marchi
parroco