NON GIUDICARE
Carissimi,
continuiamo la nostra riflessione sul tema della RICONCILIAZIONE.
Ora ci soffermiamo su un aspetto che è costantemente presente nelle nostre giornate e nelle nostre relazioni: NON GIUDICARE.
Gesù nel Vangelo ci dice: Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi (Mt.7,1-2) e in un altro passo ci invita a non condannare, ma a perdonare. (cfr. Gv.8,1-11)
Cosa intende dire Gesù con l’espressione “non giudicate”?
Certamente non intende affermare che dobbiamo vivere con gli occhi chiusi di fronte alla realtà certamente però ci invita a distinguere l’oggetto del nostro giudizio.
Giudicare vuol dire valutare. E’ necessario distinguere il valore delle cose: questo è bene e questo è male; non si può vivere nella incertezza, la valutazione deve portare alla condanna o alla valorizzazione.
Credo che uno degli handicap della nostra contemporaneità sia la confusione nella valutazione in quanto è ritenuto vero o falso tutto e il contrario di tutto avendo come unico parametro di giudizio l’interesse personale immediato ed effimero. Tale confusione crea caos e incapacità di relazioni vere e stabili in quanto la vita è regolata dalla smania di sbranare tutto in fretta pasteggiando in piedi al banchetto dell’illusione e della bulimia che distrugge la persona. Il problema è antico come è antico il mondo, ma penso che oggi sia più accentuato perché l’uomo ha meno tempo per sé e meno calma per assaporate, valutare e interiorizzare la realtà. Help! Qualcuno ci salverà? Credo che la salvezza non sia poi così lontana ritengo sia necessario solo il coraggio di guardare con più simpatia dentro se stessi e con più fiducia verso il cielo.
Più che a non giudicare Gesù ci invita a non condannare le persone in quanto la persona è libertà di ricerca, percorso di crescita è movimento. Gesù ci invita soprattutto a giudicare le cose, i fatti, le azioni che l’uomo compie, a valutare le motivazioni e le conseguenze. Il giudizio richiede conoscenza, libertà, onestà intellettuale e profondità interiore non può essere superficiale o frettoloso e sbrigativo. Dietro a tutto c’è sempre la persona con tutto il suo mondo interiore, i condizionamenti e la libertà dell’essere diversa.
Mi sento di proporre, per una buona convivenza familiare, sociale ed ecclesiale di sospendere il giudizio (spesso di condanna) sulle persone e aprire gli occhi sulla realtà avendo il coraggio di una analisi onesta e sincera. Certamente, ogni giorno, facciamo esperienza di esprimere dei giudizi e di ricevere dei giudizi. Don Gino Rigoldi nel suo libro “Io cristiano come voi” (EP) propone un metodo che ho trovato interessante: “Chiedetevi con estrema sincerità qual è il motivo, lo scopo che vi hanno spinto a formulare, anche solo mentalmente, magari, il vostro giudizio. Talvolta scoprirete che è solo una scorciatoia per non impegnarsi di più, per oltrepassare l’altro con un comodo balzo. Magari per paura o per disinteresse. Altre volte il giudizio deriva dalla tentazione di stabilire una forma di potere, di relazione asimmetrica in virtù della quale uno si assume il diritto di esprimere giudizi costringendo l’altro ad accettarli. Io spero, invece, che la maggior parte delle volte che indaghiamo la causa finale che ci ha spinti ad esprimere un giudizio si scopra che è l’amore, il desiderio di sostenere l’altro, di occuparcene per il suo stesso bene”.
Tutto questo è quello che Gesù ci ha insegnato nella proposta evangelica della correzione fraterna (sarà oggetto di una ulteriore riflessione).
Ritengo sia utile, nella costruzione di relazioni più vere ed autentiche, tener presente un’altra prospettiva, quasi un esercizio di benevolenza e di disponibilità.
Perché non valutare sia i pregi che i difetti? Di certi ci viene più facile stigmatizzare i difetti che evidenziare i pregi delle persone e questo avviene anche con una certa compiacenza quasi a toccare l’insana euforia di innalzare se stessi affossando gli altri. Di sicuro è importante riuscire a comprendere ogni difetto che blocca e limita le possibilità di cambiamento e di miglioramento. L’atteggiamento costruttivo sarà quello di aiutare ad esserne consapevoli.
Ma è soprattutto il riconoscimento del valore inestimabile dei pregi che costruisce relazioni positive e alleanze fruttuose. Quanta autostima si semina nel cuore quando l’approccio è vissuto sulla positività delle qualità riscontrate e accolte come dono per sé. Si aprono percorsi di relazione insperati. Solo successivamente, quando si sono create stime e confidenze, è possibile presentare gli aspetti d’ombra ed eventuali azioni e comportamenti negativi che frenano lo svilupparsi delle capacità e bloccano lo scorrere delle relazioni.
Penso che possiamo iniziare da questo tenendo presente alla fine che la parola di Gesù rimane sempre valida: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi (Gv.13,34).
Propongo per questo mese che ci introduce nella Quaresima questo Esercizio Spirituale. Evidenziare nelle persone con le quali siamo in contatto e relazione TRE PREGI E TRE DIFETTI impegnandoci prima di tutto nella preghiera e poi nell’azione a valorizzare i pregi e ad essere occasione di aiuto per il superamento dei difetti.
IN QUARESIMA poi, a partire dal 1° marzo, ci attende la GRANDE CATECHESI PER ADULTI sul SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE (CONFESSIONE) ogni Giovedì alle ore 20 in Chiesa.
Don Franco De Marchi
parroco