ABBRACCIO D’ALLEANZA
Carissimi,
“Dio sta operando cose grandi e nuove per noi: continua ad amarci e a seminare nel cuore nostalgia di sé rendendo vivibile la storia d’amore che ci protende verso la casa di Dio: il suo cuore di carne”. (“Qui Piedigrotta” Anno XII – N°4)
È proprio nel mistero del Natale, da poco contemplato e vissuto, che l’uomo può nuovamente rimettersi in piedi, alzare lo sguardo e riconoscere la sua dignità di figlio.
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale
nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà…
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. (Ef.1,3-5;11-12)
Come canta questo stupendo inno di S. Paolo nella lettera agli Efesini, dalla scoperta che qualcuno mi ama e si fida di me, nasce l’esigenza di rispondere, di intrecciare relazione, di vivere come amati. Amore richiede amore, fiducia chiama fiducia, stima vuole stima; non è obbligo o imposizione, ma gioia di una scoperta da sempre attesa che ora riempie la mente e il cuore. La speranza non solo è possibile, è reale e l’amore, risposta generosa che costituisce l’essere più profondo di se stessi. Più risposta si fa impellente e più l’amore cresce, essendo l’unica cosa al mondo che più si dona e più si riceve, più si divide e più si moltiplica. Il sentirsi amati conduce alla ricerca di orizzonti nuovi ed infiniti. La voglia di rispondere sospinge su strade sconosciute, a volte solo sognate ed immaginate, e comincia a diradarsi la paura dell’oggi e del domani fino a scomparire del tutto dileguandosi nella tenerezza di un abbraccio rassicurante. Nasce allora il coraggio che trova, faticosamente, dimora nella quotidianità. Si prende coscienza infine che nulla potrà fermare l’amore, nulla potrà mai distruggerlo perché esso è ciò che costituisce la storia di Dio che scende dall’alto fermentando la storia che sale verso le vette, credute inaccessibili, del dono totale di sé.
La gioia del sentirmi amato diventa esigenza di Alleanza come Patto d’Amore che libera la libertà per baciare (adorare) colui che mi ama e sentirlo mio nel farmi sentire suo. Si tratta di un vero e proprio movimento verso l’oggetto del proprio amore vivendo l’intimità di una complicità che riempie l’esistenza di luce.
Ora non basta più sentirmi amato, voglio amare, donare, amare così con semplicità e squisita gratuità. Ho preso coscienza, ho sperimentato, ho visto, ora scelgo, decido: IO SCELGO IL SIGNORE! (cfr. Gs. 14,1-ss). Dio sceglie l’uomo come suo partner per il processo evolutivo della sua opera creatrice e l’uomo diventa compagno, rispondendo alla fiducia data, diventando signore di ciò che rende visibile il mistero divino. Egli stipula un patto di alleanza che si rinnova quando Dio scende a colloquio con lui. Ora il Dio Trinità ha un interlocutore fuori di sé con il quale costruire una storia che amplifichi e porti a pienezza il senso stesso del suo essere amore. Oltre l’infedeltà e il male Dio non viene meno ed è per questo che oggi posso ancora fidarmi di lui.
Ecco allora che gli occhi diventano amore che vede, scorge, illumina. Dio Amore vede la realtà attraverso i miei occhi di uomo e io posso vedere Dio dentro i segni della creazione, la bellezza del mare, i colori del tramonto e l’opera dell’uomo.
La bocca manifesta la comunicazione, la parola, il racconto, la storia, il bacio adorante di un Dio che si propone come linguaggio espressivo del cuore. Io sono reso partecipe di tale linguaggio con la capacità di comunicare che è Lui stesso a suscitare in me la pienezza.
Le mani sono il gesto, la carezza, la tenerezza, il conforto, il coraggio, la sicurezza. È il movimento di Dio che si china sull’uomo e sussurra: “non temere ci sono io, sono qui con te!”. Io imparo a toccare, a risanare, a condividere, a donare e l’alleanza si allarga, squarcia il privato, i confini cadono e il fiume della tenerezza irriga la terra arida chiamando a nuove prospettive di condivisione.
I piedi conducono, si fanno prossimo, compagni di viaggio, condivisione del dolore e della gioia, fatica e bellezza della sincronia, scoperta, ristoro nell’arrivo e invito a nuova partenza. Dio è tutto questo e io sono con lui nella meravigliosa avventura della vita, io stesso divento novità, forza per la volontà, resistenza nello scoraggiamento, méta nel cercare e sostegno nel ricominciare. Con lui cammino nella via verso il cielo sua abitazione: il cuore dell’uomo.
Questa secondo me è la fede: RISPOSTA D’AMORE, ABBRACCIO D’ALLEANZA.
“Non abbiate paura – diceva Giovanni Paolo II – aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo”.
Ora non ho più paura, risanato accolgo Dio in Cristo Gesù sua visibile abitazione nella mia carne di uomo./strong>
Egli è la via per arrivare a Dio e all’uomo.
Egli è la verità ultima di Dio all’uomo e dell’uomo a se stesso.
Egli è la vita divina che esplode e fiorisce la gioia nel cuore.
Nell’alleanza dell’intimità, come storia vissuta nella reciprocità del dono e della risposta, si apre la porta alla pienezza, l’Alleanza si realizza solo nell’amare ciò che Dio ama e questo diventa cammino di Comunità, ma questa è un’altra storia, se Dio vorrà…
Don Franco De Marchi
parroco