“LA VITA È VITA”
In questo mese di febbraio vorremmo vivere con voi tre avvenimenti importanti:
Il 5 febbraio: giornata per la Vita.
“Alla scuola di Papa Francesco – dicono i nostri vescovi italiani nel loro messaggio per la 39a Giornata nazionale per la vita – s’impara a sognare. Spesso nelle udienze fa riferimento ai sogni dei bambini e dei giovani, dei malati e degli anziani, delle famiglie e delle comunità cristiane, delle donne e degli uomini di fronte alle scelte importanti della vita. Sognare con Dio e con Lui osare e agire! Quando il Papa commenta la Parola di Dio al mattino o quando tiene discorsi nei vari viaggi apostolici, non manca di incoraggiare a sognare in grande. Quando si rivolge alle famiglie, ricorda loro che il sogno di Dio “continua a realizzarsi nei sogni di molte coppie che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia; il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo, nessuno si senta superfluo o senza un posto”.
Per Papa Francesco il sogno di Dio si realizza nella storia con la cura dei bambini e dei nonni. I bambini “sono il futuro, sono la forza, quelli che portano avanti. Sono quelli in cui riponiamo la speranza”; i nonni “sono la memoria della famiglia. Sono quelli che ci hanno trasmesso la fede. Avere cura dei nonni e avere cura dei bambini è la prova di amore più promettente della famiglia, perché promette il futuro. Un popolo che non sa prendersi cura dei bambini e dei nonni è un popolo senza futuro, perché non ha la forza e non ha la memoria per andare avanti”.
Una tale cura esige lo sforzo di resistere alle sirene di un’economia irresponsabile, che genera guerra e morte. Educare alla vita significa entrare in una
rivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, dalla logica della denatalità, dal crollo demografico, favorendo la difesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita fino al suo termine naturale. È ciò che ripete ancora oggi Santa Teresa di Calcutta con il famoso discorso pronunciato in occasione del premio Nobel 1979: “Facciamo che ogni singolo bambino sia desiderato”; è ciò che continua a cantare con l’inno alla vita: “La vita è bellezza, ammirala. La vita è un’opportunità, coglila. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. … La vita è la vita, difendila”.
L’11 febbraio: XXV Giornata Mondiale del Malato
Sarà celebrata, in tutta la Chiesa e in modo particolare a Lourdes, sul tema: Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…» (Lc 1,49). Tale giornata è stata istituita da san Giovanni Paolo II e celebrata per la prima volta proprio a Lourdes l’11 febbraio 1993 e costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e dei sofferenti. Riporto alcuni passaggi significativi del messaggio di Papa Francesco per questa giornata.
“Ponendomi fin d’ora spiritualmente presso la Grotta di Massabielle, dinanzi all’effige della Vergine Immacolata, nella quale l’Onnipotente ha fatto grandi cose per la redenzione dell’umanità, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti voi, fratelli e sorelle che vivete l’esperienza della sofferenza, e alle vostre famiglie; come pure il mio apprezzamento a tutti coloro che, nei diversi ruoli e in tutte le strutture sanitarie sparse nel mondo, operano con competenza, responsabilità e dedizione per il vostro sollievo, la vostra cura e il vostro benessere quotidiano.
Desidero incoraggiarvi tutti, malati, sofferenti, medici, infermieri, familiari, volontari, a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello dell’abbandono alla sua volontà; e a trovare sempre nella fede, nutrita dalla Parola e dai Sacramenti, la forza di amare Dio e i fratelli anche nell’esperienza della malattia.
Ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così.”
La visita alle famiglie
l’ho inserita tra gli avvenimenti importanti perché inizieremo in questo mese con la speranza di riuscire a visitare tutte le 2300 famiglie circa entro la Pasqua. Per noi sacerdoti (don Giovanni, don Marco e don Franco) e per i due diaconi (Gianni e Giuseppe) è un evento importante e significativo. Non verremo da voi per restituire le tante visite che ogni fedele fa alla propria Chiesa nel corso dell’anno, nemmeno per verificare la vostra fede o per controllare se siete più o meno praticanti: niente di tutto questo. Ci piacerebbe invece che fosse una visita non solo di cortesia, di affetto, di fede e di speranza; ma soprattutto un momento forte ed intimo per rinsaldare i rapporti di conoscenza e di amicizia chiedendo al Signore, tramite una preghiera comune, la sua protezione e la sua benedizione.
A Maronna v’accumpagne!
Don Franco Bergamin
parroco