ABBRACCIO D’ALLEANZA
Carissimi,
mentre il cuore esulta ancora per la gloria di Dio manifestata nella pace degli uomini da lui amati, meravigliosamente sperimentate nelle festività natalizie, vogliamo, in questo mese di gennaio, mettere da parte l’inno dell’anno della fede per riflettere sulla novità che la fede porta. Qualcuno potrà obbiettare: Novità? Cosa si intende per novità nella fede? Ma la fede non era una ferma decisione di credere in Dio, nei comandamenti, nella tradizione della Chiesa, nella Bibbia, nella liturgia, nella preghiera, nella morale ecc. ecc.? Certo è anche tutto questo, ma viene dopo, molto dopo! Vi invito a spostare, anzi a capovolgere, l’ottica di lettura. Siamo abituati a pensare e a dire che la fede è una decisione libera dell’uomo educato alla fede. Spesso questo è sfociato in una fede fatta di riti, regole e moralismi più o meno seguiti e praticati, una fede quasi esterna all’uomo stesso. Credo sia necessario partire non dall’uomo, ma da Dio.
Propongo ora una meditazione sulla prima strofa dell’inno già proposto alla vostra meditazione nel mese di ottobre di QUI PIEDIGROTTA. La riscrivo per facilitare la riflessione:
Fede è:
è cercare Colui che non conosci,
è conoscere Colui che non vedi,
è vedere Colui che non tocchi,
è toccare Colui che non ami,
è amare Colui che già:
ti ha cercato, ti conosciuto e ti ha visto,
ti ha toccato, ti ha amato.
È fidarsi di chi di te si è già fidato
affidando alle tue fragili mani
un dono d’amore che vale ogni rischio.
Apriamo la meditazione partendo dall’espressione: di te si è già fidato. Credo sia tutto qui l’esperienza della fede: prendere coscienza che Qualcuno si è fidato di te. Qualcuno che è prima di te, che decisamente ti conosce più di quanto tu possa conoscere te stesso e si fida di te, rischia su di te, scommette su di te affidandoti un dono d’amore per il quale vale la pena di rischiare tutto. Ti rivela che questo dono d’amore è Lui stesso: Dio. L’iniziativa esaltante della fede parte da Dio che per amore dona la vita, la salva e la santifica insegnandoci con il suo esempio cos’è l’amore e noi abbiamo la possibilità di fare l’esperienza della gratuità assoluta del dono imparando che cos’è e cosa chiede l’amore. L’amore, per essere, richiede amore che genera continuamente se stesso nella novità del momento in cui si fa dono e accoglie il dono stesso.
Solo chi ama crede, si fida, segue, vive.
La fede allora diventa una storia d’amore.
Dio cerca l’uomo: dove sei? (Gen 3,9b) e l’uomo cerca Dio: il tuo volto, Signore, io cerco! (Sal 27,8)
In questa storia l’uomo ha sperimentato l’amore di Dio che perdona, salva e santifica e ora non può che rispondere con l’amore a colui che lo ama. Nell’ottica dell’amore l’uomo cerca ciò che non conosce ancora, arriva a conoscere ciò che ancora non vede, intravede ciò che non riesce a toccare e sperimenta a tentoni ciò che ancora non osa amare, per arrivare finalmente ad essere libero di amare Colui che lo ha preceduto nella ricerca: Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore; mi lascerò trovare da voi (Ger 29,13-14a), che lo ha visto prima che lui lo vedesse: io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi (Gv 1,48b), lo ha toccato quando era infermo: Tese la mano, lo toccò e dicendo lo voglio sii mondato (Mt 8,3), lo ha amato prima ancora che fosse in grado di amare: Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato (Ger 1,5). Nella storia d’amore della fede Dio, in prima istanza, non chiede di fare, di operare, di annunciare, di costruire, di celebrare, di …; chiede solo che l’uomo si lasci amare e si lasci coinvolgere nel disegno di perfezione e di felicità che Lui ha sognato e che desidera realizzare con tutto se stesso. Il fare e l’operare viene dopo come risposta, gioiosa e appagante, ad un amore che precede, accompagna e realizza. Ecco la novità di cui si accennava sopra. La fede non può essere un insieme di cose da fare, da difendere, da salvaguardare, ma è la novità assoluta di un’esperienza viva con Dio incontrato nella sua incarnazione, fattosi Parola di relazione e gesto di accoglienza. È qui ora, adesso che vivo la mia vita come dono dell’Eterno. La vivo nella libertà della Novità di una Buona Notizia di salvezza che sogna e realizza il mondo nuovo dove vincerà la luce del bene. Fede è credere che questo sia possibile, non perché fattibile all’istante, ma nella storia che il Padre, con pazienza e perseveranza, sta vivendo con l’uomo chiamandolo ad ereditare il bene della figliolanza divina, garanzia che la creazione non sta andando verso la distruzione e il nulla, ma verso la piena maturazione della resurrezione. Ancora non ce ne accorgiamo? Dio sta operando cose grandi e nuove per noi; continua ad amarci e a seminare nel cuore nostalgia di sé rendendo vivibile la storia d’amore che ci protende verso la casa di Dio: il suo cuore di carne.
Ed è così che la fede si fa Alleanza, ma questa sarà un’altra meditazione.
Don Franco De Marchi
parroco