LA BUONA POLITICA È AL SERVIZIO DELLA PACE
Da 52 anni, il primo gennaio, ricorre la Giornata Mondiale della Pace. Papa Francesco ha scritto un messaggio dal titolo: “La buona politica è al servizio della pace”. Prende l’avvio dal brano evangelico di Luca nel quale Gesù inviando in missione i suoi discepoli raccomanda loro: “In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa! Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi” (10,5-6). Donare la pace è al centro della missione dei discepoli di Gesù: è per gli uomini che nonostante tutti i drammi e le violenze quotidiani sperano in essa.
Davvero oggi c’è una sfida più che mai attuale: quella della buona politica. Se, da una parte, la pace è come un fiore fragile che cerca di sbocciare in mezzo alle pietre della violenza, dall’altra la ricerca del potere ad ogni costo porta ad abusi ed ingiustizie. “La politica, ci ricorda il santo padre, è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione.”
Ogni cristiano è chiamato a questa carità rispondendo alla sua vocazione e secondo il servizio svolto a favore della società. “Quando la carità lo anima, l’impegno per il bene comune ha una valenza superiore a quella dell’impegno soltanto secolare e politico”.
Papa Francesco, ricorda quindi, le “BEATITUDINI DEL POLITICO”, proposte dal cardinale vietnamita Francois-Xavier Nguyen Van Tuan, morto nel 2002, che è stato un fedele testimone del Vangelo:
- Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo.
- Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità.
- Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse.
- Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente.
- Beato il politico che realizza l’unità.
- Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale.
- Beato il politico che sa ascoltare.
- Beato il politico che non ha paura.
Accanto alle virtù NON MANCANO I VIZI dovuti sia ad inettitudine personale sia a storture nell’ambiente e nelle istituzioni, sia alla corruzione, nelle sue molteplici forme e sfaccettature.
La buona politica, allora, promuove la partecipazione dei giovani, i quali si sentono partecipi di un progetto per il loro futuro, sentendosi protagonisti della costruzione della loro casa comune. La vita politica autentica si rinnova con la convinzione che ogni generazione racchiude in sé una promessa che può sprigionare nuove energie relazionali, intellettuali, culturali e spirituali.
Ognuno può apportare la propria pietra alla costruzione della casa comune. Viviamo in questi tempi in un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno.
Cento anni fà scoppiava la prima guerra mondiale: oggi più di ieri conosciamo il terribile insegnamento delle guerre fratricide, cioè che la pace non può mai ridursi al solo equilibrio delle forze e delle paure.
Va invece ribadito che essa si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate.
C’è la necessità di un grande progetto di pace: esso si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipen-denza degli esseri umani. La pace è una conversione del cuore e dell’anima. È facile riconoscere TRE DIMENSIONI INDISSOCIABILI di questa pace interiore e comunitaria.
- La pace con sé stessi. Rifiuta l’intransigenza, la collera e l’impazienza e ha bisogno “di un po’ di dolcezza verso sé stessi, per offrire un po’ di dolcezza verso gli altri” (S. Francesco di Sales);
- La pace con l’altro. Ossia l’amico, lo straniero, il familiare, il sofferente … osando l’incontro e ascoltando il messaggio che porta con sé;
- La pace con il creato. Riconosco la grandezza del dono che Dio ci ha fatto e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi.
La politica della pace può attingere dallo spirito del Magnificat che Maria canta a nome di tutte le generazioni: “Di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”.
È davvero un impegno importante quello che ci viene affidato: i doni di Dio non cadono dal cielo, ma chiedono, invece, la nostra piena partecipazione, affinché possano portare frutto. Sia questo dunque anche il mio augurio all’inizio del nuovo anno: “PACE A QUESTA CASA!”. E AUGURI DI BUON ANNO!!
Don Piero Milani
parroco