«LASCIATEVI RICONCILIARE CON DIO» (2Cor 5,20)
Con il 26 febbraio, mercoledì delle ceneri, è iniziata la Quaresima. È il “tempo forte” che prepara alla Pasqua, culmine dell’anno liturgico e della vita di ogni cristiano.
Anche quest’anno, Papa Francesco ha scritto un messaggio per questo tempo, dal titolo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Cristo!» .
Il Papa ricorda che la gioia del cristiano “scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della Buona Notizia della morte e risurrezione del Signore”. Colui che crede in questo annuncio “respinge LA MENZOGNA secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Se invece si presta ascolto alla voce suadente del “padre della menzogna” (cfr Gv 8,45) si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva.”
Il Santo Padre estende poi ad ogni cristiano quanto già scritto ai giovani nell’Esortazione “Christus vivit”: «Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo».
Per un cristiano, continua il Papa “È salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché LA PREGHIERA è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà.”
Da qui l’invito ad ascoltare con più attenzione LA PAROLA DI DIO “lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità”. «Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui.»
Poi, un monito: «Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato – continua il Santo Padre -. Questa nuova opportunità dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore. Malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi. In Gesù crocifisso, che «Dio fece peccato in nostro favore» (2Cor 5,21), questa volontà è arrivata al punto di far ricadere sul suo Figlio tutti i nostri peccati, fino a “mettere Dio contro Dio”».
«Mettere il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria.
Anche oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla CONDIVISIONE DEI PROPRI BENI con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo.
Per questo Papa Francesco ha convocato ad Assisi una tre giorni, dal 26 al 28 marzo, per riunire «giovani economisti, imprenditori e change-makers, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale. Come ha più volte ripetuto il magistero della Chiesa, la politica è una forma eminente di carità. Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini».
Un invito chiaro e forte quello che ci viene proposto dal nostro Papa Francesco sul come vivere questo tempo della Quaresima.
Da sempre la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo: in esso si realizza quel grande mistero per cui l’uomo, morto al peccato è reso partecipe della vita nuova del Risorto e riceve lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti. Fin dai primi secoli di vita della Chiesa la Quaresima era il tempo in cui coloro che avevano udito e accolto l’annuncio del Vangelo, iniziavano, passo dopo passo, il loro cammino di fede per giungere a ricevere il Battesimo la notte di Pasqua. Questa tradizione si è persa con il battesimo dei più piccoli.
Nelle domeniche di quaresima, in modo particolare di quest’anno liturgico del ciclo A, si è invitati a vivere l’itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, in modo che l’esigenza di ciascuno recuperi gli impegni di questo Sacramento che è alla base della nostra vita cristiana.
Come abbiamo fatto per il tempo dell’Avvento, così per questo tempo di quaresima invitiamo i ragazzi e le famiglie a pregare anche a casa i Vangeli di queste sette domeniche con un libretto dal titolo “Figli di Dio e fratelli nel battesimo” ed un puzzle da costruire, con una tessera data di domenica in domenica, in modo che possiamo scoprire o meglio ancora ri-scoprire il nostro battesimo, per impegnarci a viverlo pienamente oggi, rendendo la nostra vita un vero capolavoro.
Don Piero Milani
parroco