È iniziato il XXXI Sinodo della Chiesa di Napoli!
DOMENICO BATTAGLIA
PER GRAZIA DI DIO E DELLA SEDE APOSTOLICA
ARCIVESCOVO METROPOLITA DI NAPOLI
GRAN CANCELLIERE DELLA FACOLTÀ TEOLOGICA
DELL’ITALIA MERIDIONALE
DELEGATO APOSTOLICO DELLA CAPPELLA
DEL TESORO DI SAN GENNARO
A TUTTE LE SORELLE E I FRATELLI
DELLA CHIESA DI DIO, CHE È IN NAPOLI,
SOPRATTUTTO Al PIÙ FRAGILI, AI PIÙ DEBOLI,
AGLI IMPOVERITI, AI CERCATORI DI SENSO,
AI CUSTODI DI SOGNI, AI PROFETI DI SIGNIFICATO,
AI COSTRUTTORI DI NUOVA UMANITÀ,
AMATI DA DIO E SANTI PER VOCAZIONE, ”
GRAZIA A VOI E PACE DA DIO, PADRE NOSTRO, E DAL SIGNORE GESÙ CRISTO”. (RM 1,7)
Il Santo Padre, Papa Francesco, ha invitato la CHIESA INTERA a interrogarsi su un tema decisivo per la sua vita e la sua missione e l’ha convocata in Sinodo, perché rifletta su sé stessa, sul suo presente, sul suo futuro: «PER UNA CHIESA SINODALE: COMUNIONE, PARTECIPAZIONE E MISSIONE». Questo itinerario, che si inserisce nel solco dell’”aggiornamento” della Chiesa proposto dal Concilio Vaticano Il, è un dono e un compito: camminando insieme, e insieme riflettendo sul percorso compiuto, la Chiesa potrà imparare da ciò che vivrà quali processi potranno aiutarla a vivere la comunione, lì realizzare la partecipazione, ad aprirsi alla missione; esso richiede la responsabilità della fraternità, l’onestà della verifica circa il percorso compiuto nonché la creatività dello Spirito per dar vita a nuovi processi volti a riscoprire la comunione, ad allargare e motivare la partecipazione, a situarsi perennemente in stato di missione. Il nostro “camminare insieme”, infatti, è ciò che più attua e manifesta la natura della Chiesa come Popolo di Dio, pellegrino e missionario.
Il secolo in corso, attraversato da rapidi mutamenti, interroga la nostra presenza di Chiesa, chiede il perché della nostra “differenza”, ci domanda la ragione della nostra speranza. Il Sinodo rappresenta così una sfida pastorale importante e complessa, che la Chiesa di Napoli desidera accogliere, mentre il mondo, l’Italia, il nostro Sud e la nostra amata terra di Napoli vivono un passaggio epocale, uno snodo di significato, reso ancor più rapido e marcato dalla pandemia, che sembra voler ridisegnare i tratti della stessa comunità umana, dello stesso stare insieme.
FARE SINODO VUOL DIRE IMPEGNARE TUTTI, con responsabile partecipazione, alla vita della Chiesa locale, offrendo il proprio contributo per la sua purificazione, per il suo rinnovamento, per la sua edificazione.
FARE SINODO È FARE CHIESA, essere pronti a dare testimonianza della nostra fede, della nostra speranza, del nostro amore per tutti gli uomini e tutte le donne, per ogni uomo e ogni donna.
FARE SINODO SIGNIFICA ATTINGERE AI COLORI e tracciare le linee necessarie a ridisegnare il volto della nostra Chiesa locale già così ricca di esperienze, di testimoni, di storia pastorale.
FARE SINODO È RIDEFINIRE IL NOSTRO RUOLO DI CHIESA QUI A NAPOLI, aggiornare e ripensare le nostre strutture pastorali, immaginare e costruire un progetto che a breve, medio e lungo termine renda protagonisti i territori, inventi ambiti che siano pronti ad accogliere la differenza di donne e di uomini, valorizzando carismi e ministeri, con il coraggio della profezia, la velocità della speranza, l’abbraccio dell’amore.
Il Sinodo è una sfida che riguarda ogni membro della comunità ecclesiale e che ci legherà ancor di più alla Chiesa universale e alla Chiesa italiana pronta tra qualche giorno ad aprire il suo Sinodo, che noi accogliamo come nostro e vivremo nel nostro, con la particolarità e la specificità che richiede l’incarnazione di ogni progetto pastorale nella vita di ogni Chiesa locale. Pertanto,
AVENDO AFFIDATO al Signore, nella preghiera e nel silenzio del cuore, il proposito e il sogno di un Sinodo per la Chiesa di Napoli, ponendolo sotto lo sguardo di Maria, Madre della Chiesa, e confidando nell’intercessione di S. Gennaro, nostro Patrono, e di S. Aspreno, primo vescovo della nostra Chiesa;
con il presente
DECRETO
VIENE CONVOCATO IL XXXI SINODO DELLA CHIESA DI NAPOLI.
Napoli, 18 ottobre 2021, Solennità di San Luca Evangelista.