Giubileo, Sinodo e venti di guerra
Non è certo un caso che, quest’anno, il cammino sinodale sia andato ad intersecarsi, ad unirsi con quello dell’anno giubilare indetto da papa Francesco con la bolla “Spes non confundit” (La speranza non delude”). Ciò che non era prevedibile e, di certo, non voluto, è che a fare da sfondo, da contraltare a queste due enormi occasioni di rinascita, di ri-CONVERSIONE per tutto il popolo di Dio, sia a livello individuale che comunitario, ci sia una situazione bellica europea e mondiale in piena recrudescenza (sia per conflitti ufficialmente dichiarati, sia per attacchi di “guerriglia”, ricadenti principalmente su civili innocenti, ai quali, burocrati e statisti, con menti e anime rigidi come marmo di Carrara, rispondono con irrinunciabili “spedizioni punitive” e ritorsioni che finiscono col ricadere specularmente, su altrettante vittime civili, del tutto incolpevoli).
Questo Sinodo, pur se con un percorso non privo di ripensamenti e riscritture, ci sta scuotendo profondamente e sta interrogando individualmente ciascuno di noi su come rinnovare il linguaggio della nostra missione, della nostra presenza sul territorio, del nostro testimoniare Cristo ed il suo amore davanti a tutti gli uomini che incontriamo. Come base di tutto il cammino iniziato circa due anni fa, ci ha ripetutamente spronati a camminare insieme, a sostenerci vicendevolmente, percependo il mo-mento di debolezza di chi ci sta di fianco, a farci garanti della felicità dei fratelli e della bellezza del creato. Il rumore delle armi, il pianto delle vittime, di coloro che non hanno più nulla e di chi vive nella paura sembrano impedirci di sentire, non solo con le orecchie, ma anche con il cuore, la domanda che dovrebbe occupare tutta la nostra anima: “IO COSA POSSO FARE ?”
La chiesa di Napoli, nel suo tentativo di giungere all’essenza della Fede, privandola di tante inutili zavorre, ha elaborato altri quattro documenti che possano aiutarci ad incarnare Cristo, QUI e ORA e, alla fine dell’esposizione delle relative quattro tematiche ha posto una domanda.
Ve le proponiamo ora perché è ad esse che la nostra comunità sarà chiamata a rispondere, dopo un attento esame delle proposte. Perché il futuro non ci colga impreparati.
1) Famiglia e patto educativo
“Come può la Chiesa di Napoli contribuire a rafforzare il ruolo della famiglia e delle istituzioni educative in un “patto educativo” che promuova la crescita integrale dei giovani, valorizzando le loro capacità e aspirazioni e rispondendo alle sfide della fragilità sociale e della violenza, affinché diventino agenti di comunione e speranza nel contesto napoletano?
2) Economia per un eco-sistema comunità
In che modo la Chiesa di Napoli può concretamente accompagnare e guidare la comunità verso un modello economico che integri giustizia sociale ed ecologia integrale, per promuovere un vero sviluppo umano integrale, volto a trasformare le sfide economiche in opportunità di inclusione e solidarietà?
3) Prima i poveri
In che modo la Chiesa di Napoli può incarnare efficacemente il Vangelo nell’ascolto e nella risposta al “grido dei poveri”, promuovendo una cultura di solidarietà e comunione che superi l’individualismo e renda tangibile la presenza salvifica Cristo in una comunità che sceglie l’accoglienza e l’inclusione come vie privilegiate di testimonianza cristiana?
4) Culture, etnie e religioni a Napoli
Come può la Chiesa di Napoli, ispirandosi al modello di convivenza pacifica, promuovere un dialogo ecumenico, interreligioso e culturale che non solo celebri la diversità, ma trasformi queste connessioni in un cammino comune verso la costruzione del Regno di Dio, mettendo al centro i valori del Vangelo di amore, giustizia e pace?
Fulvia Stellato, delegata parrocchiale per il giubileo diocesano