La Parrocchia: Casa di Speranza
Carissimi amici e fedeli parrocchiani,
sta riprendendo in pieno il ritmo “normale” della vita di tutti noi e, nello stesso tempo, anche il nostro cammino comunitario intenso e impegnativo. Il tempo estivo ci ha “dispersi” per le meritate vacanze. La Madonna di Piedigrotta, con le riuscite e partecipate feste a Lei dedicate, ha cominciato a farci ritrovare in comunità. Dopo i giorni intensi e singolari, si riprende la vita di un cammino che ci vede coinvolti negli aspetti lavorativi, familiari, sociali, comunitari e pastorali.
Riprenderemo a frequentare la parrocchia, la nostra basilica di Piedigrotta, il nostro Santuario. Sarebbe triste se entrassimo in questi luoghi a noi familiari solo per qualche necessità o perché abbiamo bisogno di avere al più presto un sacramento. Mi piacerebbe che tutti noi sentissimo il nostro Santuario, non solo come la casa della Madonna di Piedigrotta, ma come la nostra casa. Quella casa dove entrare portando e affidando alla nostra Mamma, tutta la nostra vita, la nostra storia, le gioie e le preoccupazioni… proprio come fa un bambino quando rientra a casa e si affida totalmente alla mamma abbracciandola.
Mi colpisce la preghiera del cardinal Capecelatro quando recita così: “Qui vennero tante volte a pregarti, o clementissima Vergine, i nostri Padri nei momenti più angosciosi della loro vita, delle loro famiglie, talvolta della città intera. Nei pericoli più gravi, nelle pestilenze, nelle guerre e in tutte le maggiori calamità, i nostri padri accorsero qui ad invocarti…”
Ho completato tre anni come parroco di Piedigrotta e ho iniziato il quarto. In questo tempo ho potuto constatare che, ancora oggi, molte persone accorrono qui perché angosciate dalla vita, dal dolore e dalla sofferenza, oppure perché si trovano in grave pericolo. Come sarebbe bello accorrere qui per ringraziare Maria non solo per uno scampato pericolo o per una scongiurata malattia, ma per riconoscere le tante grazie che Lei fa continuamente e quotidianamente nella nostra vita. Sarebbe ancora più bello se il nostro accorrere qui in questo santuario fosse libero da qualsiasi urgenza o necessità, semplicemente dettato dal grande e genuino affetto per la nostra Madre, spontaneo e naturale come quello di un bambino felice tra le braccia della sua mamma.
Il nostro ritrovarci deve sempre di più assaporare il senso del ritrovarsi in una grande famiglia. Io credo in una parrocchia non tanto come comunità, ma come famiglia di famiglie. L’anno pastorale ci può, attraverso i vari ambiti catechistici, liturgici, aggregativi, aiutare a sentirci espressione di una realtà che va oltre le proprie famiglie per essere segno e testimonianza di un amore più grande donatoci da Gesù.
Maria, con il Figlio Gesù, nel mese del rosario, ci attende e ci accompagna per costruire con noi la comunità dell’amore in una città sempre più bella, onesta, giusta… Iniziamo questo nuovo anno con il cuore pieno gioia e di Speranza.
’a Maronna c’accumpagne!
Don Franco Bergamin
parroco