I CRL lasciano la missione di SAFA
Don Sandro ci ha comunicato ufficialmente che per motivi di forza maggiore dal mese di ottobre la missione di SAFA non è più gestita dai Canonici Regolari Lateranensi.
Riportiamo alcuni stralci del suo messaggio nei quali c’è per Sandro e Mauro la malinconia per un lungo periodo della vita che si conclude, ma anche la certezza di aver fatto del proprio meglio.
Sono stati undici bellissimi anni pur tra tanti problemi ma anche tante gioie condivise con le persone di Safà. E’ vero, abbiamo donato tanto ai nostri amici centrafricani, ma anche loro ci hanno arricchito, ci hanno mostrato diversi cammini di vita nella Chiesa, nuovi e più sani comportamenti umani e sociali, hanno risvegliato in noi l’amore per una vita semplice ma ricchissima di umanità.
Safà ha cambiato volto, è un piccolo spazio nella foresta equatoriale capace oggi di guardare al futuro con più speranza e maggior convinzione e certezza nel credere che sia possibile migliorare, crescere, poggiando non soltanto negli aiuti esterni ma anche nelle proprie capacità. Safa può guardare dentro il proprio cuore con più ottimismo. Siamo anche certi che i sacerdoti, i religiosi e le religiose che verranno dopo di noi sapranno infondere maggior forza e speranza.
Il 18 ottobre Mauro consegnerà ufficialmente la missione al vescovo e ai due sacerdoti che già operano nella missione e poi rientrerà anche lui in Italia.
Comunque resteremo legati a questa missione, comunicheremo con i responsabili della comunità, saremo ancora solidali con le loro necessità. In particolare ci siamo impegnati con il vescovo e la popolazione a sostenere finanziariamente, ancora per due anni, tutte le scuole che abbiamo costruito e seguito. Per due anni almeno aiuteremo le scuole primarie e il liceo. Le suore “Figlie della carità di S. Vincenzo” hanno già assunto la responsabilità dell’asilo “Nicolò”. E continueremo a sostenere anche con borse di studio i quattro alunni che avevamo inviato in due licei nella capitale, Bangui.
Certo c’è un po’ di dolore nel nostro cuore, e credo anche in molti tra voi, perché ormai Safa faceva parte delle nostre comunità e della nostra vita quotidiana, ma dobbiamo guardare avanti e non lasciarci trattenere dalle cose, dagli eventi e saperci far condurre dalla volontà di Dio e dalla Vita dovunque essa ci chiami.
Io, Mauro, la nostra congregazione vogliamo rinnovarvi un immenso grazie per la solidarietà e l’amicizia che ci avete dimostrato, ma soprattutto per l’amore che avete mostrato per i piccoli della terra, i piccoli di Safà.
Il sito continuerà a mantenervi informati di quanto avviene nella missione e nella Repubblica Centrafricana grazie ai contatti che avremo con le suore e i sacerdoti, nonché il vescovo della Diocesi di Bangui.
Infinitamente grazie!
Ecco il testo di don Mauro, apparso sul periodico NOTIZIE dei canonici, che racconta il passaggio di consegne della missione:
Domenica 18 ottobre nella chiesa del “Sacro Cuore” di Safa (Repubblica Centrafricana), durante la messa presieduta dal vescovo di Mbaiki, mons. Rino Perin, è avvenuto il “passaggio” e la consegna della missione ai due sacerdoti diocesani, l’abbé Rodriguez e I’abbé Alain. Alla celebrazione erano presenti molte persone venute ad esprimere la loro riconoscenza e il loro affetto a “d. Sandro e a d. Mauro”, alla Congregazione dei Canonici Regolari, a tutti gli “amici italiani”, per il servizio e la dedizione vissuti in questi undici anni di presenza alla SAFA; ma venute anche per accogliere i due nuovi sacerdoti diocesani in uno spirito di continuità e di comunione fraterna. L’emozione e il rammarico per la nostra “partenza” erano ben palpabili nel volto e nelle parole di ringraziamento di tutti, in particolare al momento del passaggio delle consegne della missione dalle mani di d. Mauro a quelle dell’abbé Rodriguez, espresso con 3 “segni”:
* Il libro dei Battesimi della parrocchia, cioè l’affidamento della “comunità cristiana” e, in generale, di tutte le persone che vivono nel territorio parrocchiale.
* Il “mazzo di chiavi” della chiesa e delle scuole, cioè le strutture parrocchiali esistenti a servizio della pastorale e della promozione sociale, in particolare la salute e l’educazione.
* La “casula” indossata dal nuovo parroco, segno della comunione da vivere e realizzare ogni giorno come chiesa.
Lasciamo la missione in “buone mani” (due sacerdoti e cinque suore) con la speranza e l’augurio che quanto realizzato in questi anni grazie alla generosità e al sostegno di tanti amici in Italia possa continuare e crescere ancora di più per il bene di questa gente. Il paese del Centrafrica sta attraversando una crisi politica e sociale senza precedenti, dilaniato da violenze inter-religiose che sembrano non finire, il rischio di un “caos” nazionale è palpabile, ma la visita di Papa Francesco in questi giorni è un invito alla speranza, a non cedere alla rassegnazione e al fatalismo, alla violenza e alla vendetta, è un incoraggiamento a seminare, sempre e comunque, gesti concreti di giustizia e di promozione umana, di vita e di riconciliazione. A quanti hanno sostenuto con la loro generosità e l’affetto la missione di SAFA il compito di continuare a farlo ancora con la preghiera sapendo che la fede e l’amore di Cristo ci fanno sentire tutti fratelli e solidali con coloro che vivono situazioni di disagio e di sofferenza.
Chi siamo?
Siamo un gruppo di “sensibilizzazione missionaria” perché intendiamo prendere coscienza – per sensibilizzare poi la comunità – delle immense contraddizioni del mondo in cui viviamo. Avvertiamo con forza le problematiche del Terzo Mondo, l’esigenza di condividere la situazione dei più poveri, in tanti modi condizionati dalla struttura della nostra economia. E’ un’economia che ha assunto un’estensione planetaria, ma, allo tesso tempo, provoca un divario sempre crescente fra paesi e persone, con un’esclusione senza precedenti di milioni di uomini dai processi economici, e quindi dalla società, sia nel Nord che nel Sud del mondo. Intendiamo perciò andare oltre la logica del profitto e quindi da un lato andare oltre i confini dell’Occidente, aprendoci al Terzo Mondo, ma dall’altro andare oltre le nostre chiusure individualistiche, prendendo coscienza della solidarietà che ci lega non solo ai paesi lontani, ma anche a quanti, nella nostra terra sono emarginati da questa stessa logica. Sensibilizzarci ai valori del collettivo, del pubblico, del sociale, che oggi vengono così spesso oscurati.
Da dove veniamo?
Il gruppo “Andare Oltre” nasce nel 1996, quando don Sandro Canton, il sacerdote che ha guidato lo sviluppo interiore di tanti, ha deciso di andare in Missione. Possiamo dire che la nostra sensibilizzazione è cresciuta con lui, che col suo esempio ci ha insegnato a partire dai problemi di casa nostra, per poterci consapevolmente aprire a quelli del mondo. Lo abbiamo seguito nel suo percorso missionario, dal Congo a Santo Domingo ed ora nuovamente in Africa, nella Repubblica Centrafricana, a Safà. Da settembre 2001, in coincidenza con l’inizio della sua esperienza in America Centrale, il gruppo si è anche strutturato, con una continuità di incontri formativi e di iniziative pratiche.
Dove andiamo?
Il nostro stesso nome, “Andare oltre”, dice la nostra prospettiva. Vincere le nostre chiusure, gli schemi in cui siamo cresciuti, in cui siamo immersi, è un processo interiore, che deve nutrirsi della Parola di Dio, ma è anche la ricerca quotidiana di tutte le occasioni che possano testimoniare i valori che via via facciamo nostri, i valori in cui crediamo.
Cerchiamo una “giustizia” che superi “quella degli scribi e dei farisei” (Matteo,5,20), una giustizia che deve crescere innanzi tutto in noi, nelle nostre coscienze. Senza mai collegarci a partiti politici, di qualsiasi colore essi siano, potremo testimoniare questa nostra fede in tanti modi.
Siamo convinti che non può esserci missione in terre lontane se non c’è missione sul territorio.
Il nostro modo per accompagnare la missione a Safà è mantenere una corrispondenza con loro e cercare di aiutarli concretamente, ma non solo. Vogliamo fare arrivare in Centrafrica non la nostra “elemosina”, che è un dare senza essere coinvolti, ma vogliamo trasmettere una solidarietà che si realizza attraverso la crescita del nostro senso di fratellanza che è rispetto delle culture lontane e del mondo in cui viviamo. Vogliamo che la nostra esigenza di vivere con una sobrietà sempre più vera si traduca in un aiuto alla Missione, che permetta ai popoli africani di crescere nella dignità. Le raccolte di fondi e le vendite che organizziamo saranno finalizzate all’acquisto di strumenti concreti di lavoro o ad opere di alfabetizzazione, comunque rispettose della cultura dei popoli del Centrafrica.
I banchetti all’interno della Chiesa, permetteranno a tutti di seguirci e di aiutarci nel nostro andare oltre.
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