“Famiglie Insieme”
Incontro del 20 – 21 giugno 2009
a S. Antonio Abate
a chiusura dell’anno pastorale
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Commenti sull’intervento di don Giovanni nell’incontro mensile
- Francesca: troppo limitato nel tempo, con poco spazio a disposizione, specie alla fine
- Linda: è sembrato arricchente perché inserito nel dibattito, amalgamandosi di più nel discorso, suggerendo e rilanciando la discussione.
- Guido: mi aspetto qualche richiamo in più ai brani della Sacra Scrittura che possano aiutare, insieme agli argomenti trattati a crescere nella fede.
- M.Rita: nella forma precedente quando il suo intervento era alla fine si aveva una parola in chiusura dell’incontro che accompagnava fino al successivo.
- Fulvio: lo spunto di don Giovanni è importante ma anche noi in virtù della grazia sacerdotale, dobbiamo dare il nostro contributo
- Linda: in noi c’è la grazia regale di tutti i cristiani arricchita dal sacramento del matrimonio.
- Don Giovanni: il carisma di chi deve fare unità è cogliere se la grazia del Signore è passata o se c’è bisogno di sottolineare quello che non è stato detto.
Resoconto e commenti dell’anno trascorso
- Francesca: l’intervento di Antonio Gentile è sembrato un po’ fuori dal coro; certo provocatorio, ma forse senza conoscere la realtà in cui ci muoviamo.
- Brunella & Francesca: qualunque sia il tema dell’incontro, l’argomento dei figli rientra sempre come cosa a cuore nelle nostre discussioni.
- Gigi B.: è stato un anno al di là di tutte le aspettative
- Carmen: con Enrico siamo rimasti entusiasti ed abbiamo inserito questo incontro nel nostro programma mensile, anche se è costato allontanarsi dalla parrocchia.
- Eleonora: aver partecipato alla preparazione degli incontri mi ha dato un maggior senso di appartenenza al gruppo
- Raffaella: nello scambio di esperienze si arriva a condividere una difficoltà e questo fa sì che si renda più comprensibile ed accettabile il proprio problema.
- M.Rita: è stato significativo che abbiamo allargato il numero delle persone che hanno introdotto l’incontro. Bisogna fare di più permettendo a tutti di preparare un incontro.
- Gigi M.: occorre dettare i tempi all’interno dell’incontro, in modo da non arrivare alla fine in modo frettoloso.
- Linda: il gruppetto di bambini, che è stato più o meno fisso durante gli incontri, ha aiutato loro a respirare un aria simile alla nostra, creando anche momenti di vera familiarità
- Don Giovanni: va sottolineato il lavoro positivo che è stato fatto in fase di preparazione degli incontri. I temi si sono svolti con naturalezza, succedendosi l’un l’altro senza andare dietro al programma. Il sacro ed il profano separati non colgono il significato dell’incarnazione. Il sacro va inserito nel profano.
- Linda: è venuto in luce da ogni incontro l’esperienza del sacro nel matrimonio
- Fulvio: i nostri incontri servono a comunicarsi la propria esperienza senza parole vane; si può dire agli altri i propri sentimenti con la certezza di essere compresi.
- Luciano: L’incontro deve svolgersi in una situazione di tranquillità; anche il sabato è una corsa; stare all’incontro sapendo che i figli sono vicini e sotto controllo rende tranquilli e disponibili a partecipare con attenzione all’incontro; star bene consente una partecipazione tranquilla ed attenta
- Cristina: avere i figli impegnati nello stesso tempo in un gruppo parallelo, non dà la sensazione di averli ancora abbandonati così come si fa tutti i giorni della settimana; i miei figli sono con me perché partecipano con me allo stesso tipo di incontro.
- Carmine: occorre avere più attenzione a tutti quelli che partecipano agli incontri. Non bisogna correre il rischio di arrivare a un dettaglio troppo elevato nello svolgimento degli incontri. Si viene anche per incontrare il Signore attraverso l’incontro con i fratelli. Se ho dei problemi, so che nel gruppo trovo il calore che mi può aiutare, mentre all’esterno sono portato lontano. Occorre che tutti parlino, perché tutti possono essere la fonte per un aiuto reciproco.
- Carmen: l’esperienza del contatto via email è stata molto positiva. Ricevere la email è stato molto piacevole
- Brunella: nell’elenco di distribuzione delle email, ci sono altre persone che non partecipano ai nostri incontri, ma che è bello vengano informati.
- Maurizio: insieme alle email, che hanno raggiunto lo scopo, avevamo proposto anche la catena telefonica per rimanere in contatto. I positivi risultati riguardo alla presenza ci ha fatto perdere l’aiuto che tale strumento poteva darci dimenticando qualcuno che abbiamo perso di vista.
Proposte per il prossimo anno
- Gigi B.: l’apertura agli altri può essere un momento di arricchimento per la nostra realtà. Il decanato sta promuovendo un azione di scambio tra le esperienze delle singole parrocchie
- Pino: perché non rendere i nostri incontri itineranti presso altre realtà parrocchiali.
- Fulvio: bisogna aprirsi agli altri, invitare altre persone: “Tu solo ce la puoi fare ma non ce la puoi fare da solo”.
- Gigi B.: l’incontro dibattito non può essere visto piuttosto come un momento di incontro/confronto con altre realtà del territorio?
- Fulvio: la preparazione agli incontri è un momento prezioso che si svolge in tre, la coppia insieme con don Giovanni. Per questo tutti devono fare questa esperienza, come possibilità per crescere e donarsi.
- Brunella: le coppie guida potrebbero essere due, una che si offre nella riunione precedente, l’altra scelta da don Giovanni sulla base dell’argomento prescelto.
- Guido: non ci deve essere un’imposizione; il tutto è bello se la coppia che ha vissuto la problematica si proponga spontaneamente.
- Linda: all’inizio dell’anno, ognuno deve proporsi sulla base degli argomenti scelti. Non dimentichiamo che siamo un dono da dare agli altri. Non dobbiamo fossilizzarci sul ruolo della coppia guida/stimolo. Pensiamo che diamo comunque un contributo ad altre coppie del gruppo.
- Fulvio: tutti devono partecipare nell’essere coppia guida per un incontro. E’ ottima la spontaneità ma non dobbiamo permettere che qualcuno si nasconda.
- Gigi B.: l’incontro con don Giovanni è un dono che va raccolto ed utilizzato.
- Linda: non c’è bisogno di Famiglie Insieme per incontrare il sacerdote. L’incontro con don Giovanni è un’ esperienza comunque arricchente e da utilizzare.
- M.Rita: inserire nel cammino attività pratiche che possono essere di aiuto per la comunità in cui ci troviamo.
- Gigi B.: utilizzare le email per responsabilizzarci di più in modo da conoscere le altre attività che si svolgono in parrocchia e parteciparvi con più continuità.
- Luciano: i momenti comuni di convivenza sono momenti forti e consentono una partecipazione più intensa. E’ forse il caso di aumentare questi incontri per avere più spazio per dibattere e per momenti prolungati di incontro. Inoltre è importante dare più risalto all’impegno missionario che non manca nel gruppo
- Eleonora: da una precedente esperienza nel cammino neocatecumenale, ho partecipato a giornate di cammino insieme, con uno scambio di esperienze, che ciascuno portava all’incontro.
- Carmen: l’esperienza di incontri di una giornata in piccoli gruppi, allargando l’invito a coppie che non partecipano di solito.
- Linda: è importante la comunicazione e la visibilità del gruppo. Attualmente Famiglie Insieme ha uno spazio nel sito della Parrocchia, un po’ difficile da raggiungere. Potrebbe essere opportuno realizzare un sito indipendente per Famiglie Insieme
- Giovannella: l’apertura agli altri si deve realizzare sia per arricchire le nostre esperienze con il confronto con altre comunità, sia per creare una forma di accoglienza. Si deve inoltre realizzare un’attività concreta per esempio con l’aiuto ad altre coppie in difficoltà.
- Fulvio: l’esperienza di Film Insieme così come è stata realizzata non è più proponibile. Occorre cercare un’altra sistemazione (Convento di San Francesco). Lo scorso anno è stato più efficace il discorso che si è sviluppato piuttosto che le modalità dell’incontro.
Proposte già definite.
- Tema di fondo per gli incontri del sabato: Amare la diversità
- Gruppo di preparazione per il tema dell’anno: Montagna, Russo E.C., d’Amore
- Preparazione alla liturgia della famiglia per le feste di Piedigrotta: Chiappetta, De Angelis
- Preparazione delle email per avvisi appuntamenti: Maurizio
- Verbali delle riunioni per documentazione. Rosalba
- Restano da confermare ed avviare: FilmInsieme e Incontro Dibattito
Momento di riflessione di don Giovanni
Tre spunti di riflessione:
Gv 15, 9-12
“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati”.
Per testimoniare l’amore bisogna capire la parola “come” che Gesù ci propone. Nel cammino che abbiamo fatto è emersa la fatica dell’amore di coppia. Gesù ama la nostra differenza da Lui. Gioca nel campo della nostra umanità, gioca “fuori casa”. L’amore di coppia significa amare la differenza dell’altro/altra. Questo non è un atteggiamento naturale; per questo Gesù dice “come”, proponendoci di realizzarlo anche nella sua difficoltà. L’unità del matrimonio non è la somma di due persone ma l’unione.
Mc 4, 35-41
In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: “Passiamo all’altra riva”. E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro:” Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”.
Gesù dorme durante la tempesta. Gesù interviene, ma i discepoli rimangono increduli. Dio è infinitamente vicino ed infinitamente lontano perché è tutt’altro. Seguire Gesù è accettare di vivere un’avventura in cui i conti non tornano. Non si può pensare a Gesù solo come colui che ci traghetta in un’altra vita. La solitudine del Signore che dorme sembra toglierci la libertà di poter avere una relazione profonda con l’altro. Sembra che il Signore non abbia a cuore la vita dei suoi compagni. Il Signore dorme perché confida nel Dio suo Padre. La notte è il tempo in cui il Signore vince. L’uomo è sempre amato nel cuore di Dio anche quando lui dorme. La grande pace viene dalla certezza che nella fatica c’è un’azione del Signore. La riva a cui arrivano non è solo il Paradiso dopo la morte ma è la sofferenza dell’umanità. L’uomo della solitudine, l’uomo della sofferenza è la riva che ci appartiene testimoniando l’amore fedele. C’è una vocazione a vivere l’amore anche in chi vive una condizione di totale negazione dell’amore. Vocazione all’amore di Dio di una vita fedele, amore ad un amore più grande del fallimento. Fino a scoprire di poter pregare anche per un marito che mi ha abbandonato (esperienze espresse nell’incontro dei separati).
Mt 6.
Il Signore invita a guardare con un atteggiamento di stupore. Che il Signore non ci tolga la capacità di stupirci. La fine dello stupore è l’inaridimento. Dobbiamo chiedere: “Signore aiutaci a continuare ad emozionarci”.