“Famiglie Insieme”
Incontro del 18 giugno 2016
ad Alfedena
a chiusura dell’anno pastorale
Come lo scorso anno, anche l’incontro di chiusura dell’anno pastorale 2015-2016 si è svolto ad Alfedena accolti nella casa di Pino e Brunella.
Nella mattinata don Franco ha tenuto una lectio divina sul capitolo 4 di Luca (versetti 16-30, Gesù nella sinagoga di Nazareth). Di seguito un breve resoconto dell’intervento.
Nel pomeriggio è stato fatto il punto della situazione del gruppo e definito il programma di lavoro per il prossimo anno che ora dovrà essere sviluppato nel dettaglio.
Lectio divina (Lc. 4,16-30)
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: «Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!»». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Commento
Gesù entra nella sinagoga di sabato e gli viene affidato il rotolo del profeta Isaia. Il brano traccia un programma di vita che è il programma della sua missione ma è anche il programma che Dio vuole venga realizzato.
Tutto è grazia! L’amore non è un merito ma un dono. Ricordiamo la parabola dei vignaioli che vanno a lavorare in ore diverse; l’ottica di Dio è solo il dono. Una madre con più figli vuole certamente bene a tutti con un amore gratuito e non di riconoscenza o di merito.
Dio salva perché ama con un amore grande che va oltre il nostro modo di pensare.
Essere dei “suoi” non significa essere con lui solo standogli vicino, appresso, ed invece non mi metto nell’atteggiamento di Dio. Dio potrebbe anche dirci “non ti conosco”!.
Gesù cita nel suo discorso due episodi: Dio va incontro ad una vedova pagana che accoglie Elia il profeta. Ed anche sana e guarisce Naaman il Siro, un lebbroso pagano. Sono a queste persone, esterne al mondo giudaico a cui si rivolge la misericordia di Dio.
Dobbiamo guardarci dall’essere e dal sentirci cristiani perché siamo o ci sentiamo frequentatori di Dio e non perché ci mettiamo nel suo atteggiamento.
Nel Vangelo Luca, al capitolo 23, il salvato è il ladrone che sta condividendo la sua pena (“oggi sarai con me nel paradiso!”) perché si rivolge a Gesù con fiducia.
Dei due uomini al tempio, chi è giustificato è il pubblicano che si pente e non il fariseo che vanta la sua vita corretta. Il figlio che era partito e ritorna è accolto dall’abbraccio del padre.
Per questo i nazareni non accettano Gesù perché è venuto a rivoluzionare le loro certezze.
In questo testo si mette in evidenza il percorso che seguirà Gesù; si anticipa il percorso della passione a cui Gesù andrà incontro con la croce; si realizza quello che Gesù proclama leggendo il brano di Isaia.
Al verso 30 leggiamo “Gesù passando in mezzo a loro se ne andò”. È molto triste se Gesù passasse tra noi e noi non ce ne accorgessimo. Potremmo essere così presi dalla nostra rabbia, dei nostri impegni, dalle nostre certezze, da non accorgersi che Dio passa tra di noi.
Il Dio offeso, sconfitto riesce a camminare passando in mezzo a loro. Gesù riprende il suo cammino.
Le coppie cristiane manifestano l’amore di Dio attraverso il proprio amore coniugale così come i sacerdoti sono legati con l’amore della loro vocazione.
Dobbiamo essere capaci, ciascuno nella propria vocazione, di camminare o riprendere a camminare guardando ai nostri fratelli che ci sono vicini, prendendoci carico dell’amore per loro.
È la nostra missione seguire Gesù testimoniando nel mondo la propria realtà di amore laddove siamo chiamati a vivere.
Discussione sul cammino da percorrere
Nel pomeriggio ci siamo riuniti per discutere sul cammino fatto e da percorrere.
A conclusione del ciclo di riflessioni sui dieci comandamenti si ribadisce la validità del metodo scelto anche se si sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento e disponibilità nell’introduzione agli incontri.
Anche prendendo spunto da suggerimenti ricevuti da chi non ha potuto partecipare all’incontro (all.1, all.2), si individua come tema per il prossimo anno una riflessione sulle opere di misericordia, in coincidenza sia con l’anno giubilare in corso sia sulle proposte di riflessione del cardinale.
Prima dell’inizio dell’anno sarà definito più nel dettaglio un piano di lavoro per i singoli incontri.
Si ritiene opportuno seguire ancora lo schema di lavoro utilizzato finora, con una riflessione iniziale su un brano dalla Bibbia e un contributo iniziale di introduzione all’incontro.