Anno 2011 – 2012
Domenica 11 settembre alle ore 19.00, all’interno dei festeggiamenti per la festa della Madonna di Piedigrotta, è stata celebrata, da Don Enzo Branno (decano del IV decanato Posillipo-Chiaia), la S.MESSA PER LE FAMIGLIE.
La messa è stata animata dalla “guida” Alessandro (della coppia Alessandro&Carla Lettieri del gruppo “Giovani Sposi”), dalla coppia Branda del gruppo “Famiglie Insieme”; coppie che hanno lavorato sinergicamente, guidati dall'”INSIEME E’MEGLIO PIEDIGROTTESE”, alla preparazione della funzione liturgica, ai contatti col celebrante, all’organizzazione pratica della messa.
Al momento dell’offertorio i rappresentanti dei gruppi della realtà familiare hanno portato le offerte all’altare: dai fidanzati che sono nella fase di progetto, alle coppie e ai nuclei familiari che sono nella perenne costruzione, ai vedovi e separati che vivono e testimoniano il dolore della disunione.
La celebrazione è stata pienamente incentrata sul tema della famiglia sin dal “Prima dell’inizio” letto da Alessandro, attraverso le “Intenzioni penitenziali” lette da me e Fulvio, attraverso l’omelia di Don Branno che ha fatto leva sul senso dell’onestà, sull’importanza della lealtà e della disponibilità all’interno delle proprie famiglie, attraverso la conclusiva recita corale dell’ATTO DI AFFIDAMENTO DELLE FAMIGLIE ALLA MADONNA DI PIEDIGROTTA”.
A LEI le famiglie hanno chiesto la BENEDIZIONE, a LEI che riconosciamo regina della famiglia, in quanto ci ha vissuto, ne ha fatto pienamente esperienza, come figlia, fidanzata, moglie, madre, vedova, donna dei dolori. Perciò, la sentiamo vicina, prossima: il termine regina infatti indica presenza, disponibilità, servizio.
La messa è stata anche l’occasione per rincontrarci un pò tutte noi coppie dopo la pausa estiva in un clima di gioia e di festa che ha previsto, come ogni festa che si rispetti, la PESCA DI BENEFICENZA NEL SALONE PARROCCHIALE che ha fatto felici adulti e bambini.
Con il mese di ottobre sono ripresi tutti i cammini parrocchiali e perciò anche quello dei “Giovani Sposi”.
Il 14 sera, alle 20.00, le coppie storiche e le coppie new-entry si sono ritrovate nel salone parrocchiale in compagnia del parroco Don Franco che ha accolto tutti i presenti con un affettuoso “Benvenuto” e un “Buon cammino di stare insieme con Gesù che ci ha fatto incontrare e ci mantiene insieme” con “gioia” perché “quando si ama si è nella gioia, nella certezza che si sta costruendo qualcosa di bello”.
E sicuramente bello è stato il modo di presentarsi delle singole coppie… bello, simpatico, originale, un pò “complicato” … il “lancio del gomitolo”:ci si lancia il gomitolo tenendolo per un capo; ogni singolo partner della coppia che riceve il gomitolo risponde alle seguenti domande, ma attenzione… come se fosse il coniuge a parlare:
– nome
– data del matrimonio
– situazione familiare (abitazione, lavoro, figli, …)
– cosa mi ha fatto innamorare del partner
– cosa mi fa innamorare del partner
– cosa mi piace del partner
– cosa non mi piace del partner
Il primo capo del gomitolo è stato tenuto da Daniela che ha presentato il gioco a tutti i presenti e così…
Daniela&Maurizio
Lucia&Davide
Maria Teresa&Andrea
Donatella&Pasquale
Fausta&Fulvio
Salvatore&Rosaria
Carla&Alessandro
Pietro&Alessandra
Rosaria&Antonio
Pino&Brunella
Linda&Fulvio
Don Franco&Gesù
hanno creato con il gomitolo rosso e blu (avvolto sapientemente da Carla) una rete il cui fine era quello di simboleggiare la creazione di una unione tra coppie di sposi che hanno la volontà di stare insieme per confrontarsi sulla vita matrimoniale alla luce di Gesù che, per coppie che hanno scelto il rito del matrimonio religioso, deve essere la Luce sempre presente “nella gioia e nel dolore, in salute e malattia”.
Carla, dopo aver spiegato la finalità del gioco del gomitolo, ha spiegato alle coppie new-entry l’organizzazione degli incontri: due anni fa per la scelta degli argomenti da trattare siamo partiti con il sorteggio dei bigliettini su cui ognuno aveva fatto presente il tema su cui aveva maggiormente l’esigenza di far chiarezza attraverso il confronto ed il dialogo; l’anno scorso gli incontri sono partiti e proseguiti leggendo e traendo spunto dal libro “In due (5 segreti) di Anna e Alberto Friso.
I segreti che, però, sono stati svelati lo scorso anno sono stati solo i primi tre (Il patto – La comunicazione delle esperienze di vita – La comunione d’anima) perciò l’ideale sarebbe nei prossimi incontri di questo nuovo anno svelare l’essenza e la preziosità degli ultimi due segreti (L’ora della verità – Il colloquio).
Fatto sta che, se qualche coppia sentisse l’esigenza di condividere un’esigenza, una problematica di coppia la lettura dei due segreti si può tranquillamente far slittare ai successivi incontri che, in questi due anni, si sono tenuti il secondo venerdì del mese, ma… si pensava di spostare il giorno per dare spazio alle coppie con figli piccoli.
Come fatto notare da Fulvio F., il venerdì sera alle 20.00 è l’orario adatto alle coppie con figli piccoli, ma abbastanza grandi da giocare con le due simpatiche e brave animatrici (le signore Maria e Mena), e alle coppie senza figli, ma non è adatto alle coppie con figli neonati.
Per loro, forse, potrebbe essere meglio spostare gli incontri al secondo sabato pomeriggio alle 17.00.
Poiché l’incontro dura un’oretta e mezza-due ore, il sabato pomeriggio, finito l’incontro, si potrebbe partecipare alla Messa domenicale delle 19.00.
Si è chiesto, perciò, alle coppie presenti di riflettere su questa seconda alternativa.
Alle coppie new-entry è stato presentato anche il progetto del “sostegno a distanza” che quest’anno è privo del suo simpatico salvadanaio di terracotta che è stato rotto alla fine dello scorso anno parrocchiale: i soldi raccolti sono stati “bonificati” per il sostegno.
Ora c’è da decidere se depositare i soldi raccolti di incontro in incontro in un nuovo salvadanaio o sul conto della parrocchia aperto proprio per il sostegno a distanza.
Per potenziare la raccolta di fondi per suddetto sostegno, domenica 13 novembre sarà organizzata una vendita di dolci di beneficenza nel salone parrocchiale… perciò tutte le cuoche e i cuochi sono invitati a preparare un dolce per la vendita, dolce che sia possibilmente secco (strudel, crostate, biscotti, fagottini di pasta frolla…) e che non richieda la presenza del frigorifero.
Alla fine dell’incontro si è parlato della venuta dei romani di S.Agnese e di S. Pancrazio alla fine di novembre. Siamo certo all’inizio del cammino annuale di “Giovani sposi” perciò potremo condividere poco riguardo alla verifica in itinere, ma sarà un piacere condividere insieme una giornata in allegria e ricambiare il loro invito di giugno.
Prima del congedo, Fulvio F. ha reso partecipe tutti i presenti dell’incontro-dibattito che si terrà il 28 ottobre alle ore 20.00 nella Chiesa di S. Maria di Piedigrotta incentrato su “Famiglia, scuola, parrocchia: alleanza per la sfida educativa”. All’incontro interverranno Don Franco de Marchi, parroco; Antonio Gentile, psicologo dell’età evolutiva; Tonino e Rosaria, genitori-operatori Pastorale Familiare; Anna di Prisco, docente; Silvana Sansone, docente-catechista. L’introduzione e la conduzione del dibattito sarà moderata da Paola Carretta, ex dirigente scolastico.
L’incontro, infine, si è concluso con un brindisi augurale accompagnato da mini-rustici e patatine.
L’incontro dell’11.11.2011 del gruppo Giovani Sposi si è tenuto nel salone parrocchiale alle ore 20.30 ed ha registrato l’assenza di Rosaria&Tonino e di Carla&Alessandro.
Si è sentita la vostra assenza!!! Ci siete mancati!!!
Amalia&Alessandro hanno mandato i loro saluti e… la loro preferenza circa lo spostamento degli incontri un pomeriggio del week-end perché più comodo per gestire la piccola Angela!!!
L’incontro è stato dedicato alla lettura e alla conseguente riflessione del quarto segreto del matrimonio (Anna e Alberti Friso “In due”): “l’ora della verità” che “non ha niente a che fare con le osservazioni che ci facciamo a caldo quando vediamo nell’altro qualcosa che non va”, ma che “è un’arte che ha bisogno di decantazione, di paziente attesa del giusto tempo” e che va praticata “soltanto dopo aver ben attuato i primi tre segreti”.
Non ricordate quali sono… ed ecco una ripassata: 1) il patto; 2) la comunicazione delle esperienze di vita; 3) la comunione d’anima.
Dopo essersi impegnati a vivere questi primi tre segreti “il dialogo di coppia è maturo perché i coniugi, nel desiderio di contribuire al maggior bene dell’altro, sentono giunto il tempo del farsi dono, l’uno l’altro, degli aspetti positivi e negativi delle rispettive personalità”.
Ma anche l’ora della verità, come l’ora del patto, ha bisogno di un luogo scelto con cura, “un posto bello, che faccia da degna cornice a un momento speciale”.
Ma il momento speciale qual è?
Daniela&Maurizio hanno condiviso con tutti noi un loro recente momento di confronto, una sera, in macchina, di ritorno a casa. Si sono trovati a discutere. Ognuno aveva il proprio modo di vedere e di sentire in merito ad una loro questione. Giustamente Daniela ha evidenziato che in quel momento a spingere il loro confronto era l’istinto e non l’intento di dialogare e giungere alla verità.
Come evidenziato da Linda&Fulvio anche l’istinto è una parte necessaria della comunicazione di coppia, ma l’ora della verità richiede di riflettere sul tema del litigio e di fare un bilancio delle aspettative positive e negative della coppia (come sottolineato da Maurizio).
Nell’ora della verità la coppia deve riflettere sul rapporto tra essere e fare: l’essere non deve diventare un’etichetta per criticare o giustificare a prescindere il partner; la coppia deve soffermarsi sul fare/comportamento, ossia il coniuge deve far riflettere il proprio partner sul suo modo errato di comportarsi in merito ad una specifica questione.
In poche parole… la coppia deve abolire il famoso “te l’avevo detto” che come sottolineato da Brunella può portare addirittura alla chiusura del dialogo tra marito e moglie.
A proposito del “te l’avevo detto”, però, Fulvio T. ha proposto la sua visione anche perché vissuta pochi giorni fa con me (qualche mattina fa era bel tempo, Fulvio T. decide di andare a lavoro con lo scooter. Io gli suggerisco di indossare la giacca più pesante perché nel pm tardo la temperatura sicuramente sarebbe scesa. Fulvio T. esce comunque con la giacca più leggera. Il tardo pm ricevo una telefonata da lui che dice “fa freddo” ed io… sorridendo non potevo non dire “te l’avevo detto”): per lui il ricorso a questa frase è una forma di riconoscimento da parte degli altri, un modo per dimostrare il proprio affetto in modo simpatico.
Davide&Lucia, invece, hanno riflettuto sull’ora della verità in relazione ai figli: quando con questi si può fissare il momento per dialogare apertamente per giungere alla verità?
Linda ha risposto loro che come ci deve essere dignità tra i coniugi durante l’ora della verità, così ci deve essere con i figli con i quali il momento della verità corrisponde al momento nel quale loro istintivamente cercano desiderosamente i genitori per spianare i loro dubbi, per far luce sulla verità che è già dentro di loro. Se poi, come esposto da Fulvio F., una coppia di genitori vive un rapporto coniugale incentrato sulla verità e sull’onestà, automaticamente i loro figli respirano l’aria della verità e crescono nell’aria della verità.
“L’ora della verità è come una doccia calda e fredda che stimola la circolazione del sangue. Nell’organismo familiare fa lo stesso effetto: l’amore circola con più vigore, il negativo si dissolve e niente rimane stagnante. Così la vita della famiglia al suo interno è sana, anche se le prove e le difficoltà non mancano.”
“Ogni famiglia è sempre work in progress, cantiere aperto: l’importante è non scoraggiarsi e non smettere mai di amare”.
L’importante, quindi, durante l’ora della verità è dialogare serenamente, apertamente e… senza tabù… come quello della sessualità che, come sottolineato e suggerito dalle coppie senior, deve essere vissuta come comunione e disposizione d’animo tra due coniugi che fondono il loro amore.
L’incontro si è concluso
– fissando il prossimo incontro per sabato 10 dicembre alle ore 17.00. Il tema dell’incontro sarà incentrato sul Natale e sarà guidato dal parroco Don Franco;
– raccogliendo le offerte per le adozioni a distanza;
– ricordando che domenica 13 novembre sarà organizzata la vendita di dolci per raccogliere fondi per i sei bimbi adottati a distanza dalla parrocchia (… la vendita c’è stata ed è andata molto bene… ha superato i 1000 euro, più della vendita dello scorso inverno);
– insieme in pizzeria per Daniela&Maurizio, Donatella&Pasquale; Fulvio&Linda;
– a casa per me&Fulvio (perché abbiamo cenato a casa prima dell’incontro)
– a casa per Pino&Brunella (dopo una giornata pienissima fuori casa per impegni vari)
– a casa per Lucia&Davide (la dieta… li attendeva)!!!
L’incontro dicembrino del gruppo Giovani Sposi è stato condiviso con quello di Famiglie Insieme in occasione della riflessione natalizia del parroco Don Franco incentrata sull'”Emanuele, Dio con noi”.
L’incontro è stato avviato da Don Franco con il suo canto “Emmanuele notte d’Oriente”, ispirato dalla lettura del libro veterotestamentario della Sapienza.
Più in basso potete leggere gli appunti presi nel corso dell’incontro e rivisti da don Franco.
La profonda riflessione di Don Franco è stata seguita dalla Messa delle ore 19.00 celebrata da Don Giovanni che, riprendendo alcuni dei punti della riflessione pomeridiana, ha incentrato l’omelia sulla figura di Giovanni Battista, il cugino del Signore che Gli ha aperto il varco e ha preparato il cuore degli uomini al Battesimo consacrato dal Signore.
La serata si è conclusa simpaticamente e convivialmente.
I don della parrocchia hanno aperto il salone caminetto alla cena delle famiglie dei “Giovani Sposi” e di “Famiglie Insieme” le cui mogli hanno, con gioia, preparato gustose prelibatezze… non mancava niente dai primi, ai secondi, ai contorni, alla frutta, ai dolci e alle bevande.
La serata si è conclusa con soffi di candeline: AUGURI di BUON COMPLEANNO ad Alessandro (della coppia Alessandro&Carla) e AUGURI a MAURIZIO (della coppia Maurizio&Daniela).
Ai vari momenti del pomeriggio-serata c’è stata una grande partecipazione, ma si è sentita l’assenza di Fulvio&Linda (Fulvio, però, è riuscito a partecipare al momento della cena dove, inaspettatamente ha trovato Alfonso&Maria, i miei genitori parrocchiani che hanno deciso di trascorrere un sereno momento di condivisione con familiari ed amici). Pino&Brunella hanno fatto l’impossibile per essere presenti all’incontro di Don Franco, ma non hanno potuto partecipare al momento della cena.
Alla cena hanno partecipato tutti i bimbi, figli delle coppie presenti. Bimbi che, durante il momento dell’incontro, sono stati intrattenuti da Maria, Chiara ed Emanuela!!! Un grazie affettuoso!!! Grazie a loro le solite animatrici, Maria e Mena, hanno potuto partecipare all’incontro!!!
F&F
Meditazione di don Franco
L’Emmanuele è Dio con noi: Egli che è oltre lo spazio e il tempo perché E’ volle abitare il tempo e la storia come spazio di vita. La volontà di Dio di entrare nel tempo, di costruire la storia creando l’uomo che è al di fuori di Lui e che è finitezza e debolezza. Dio, che non ha spazio né tempo, ha deciso di voler abitare il tempo e lo spazio.
Ha quindi scelto, per entrare nel tempo, la dimensione della finitezza divenendo uomo: questo è il grande mistero del Natale. entrando nella finitezza CRISTO conduce l’uomo ad essere nuovamente partecipe della santità di Dio. Lo ha fatto prima facendo la creazione e poi creando l’uomo ha costruito una relazione con qualcuno fuori di lui.
Nell’inno ai Filippesi, al capitolo 2 versetti 6-7 Paolo dice:
… Egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Perché ha fatto questo?
Dice il Salmo 8
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Dio nasce bambino, bisognoso di tutto: incarna la figura del debole che deve tornare alla santità (vocazione all’infinito) attraverso la relazione con Dio, colui che alita nelle narici dell’uomo e, attraverso lo Spirito Santo, crea una relazione che è, prima di tutto, la relazione Trinitaria tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo.
L’uomo che è in relazione con un Dio trino è l’interlocutore di Dio: la relazione tra l’uomo e Dio è innanzitutto una relazione d’amore Dio alitando nelle narici dell’uomo il suo spirito di vita, rende l’uomo essere vivente e diventa interlocutore di Dio. La vita cristiana innanzitutto non è preghiera o pratica di pietà, ma relazione con Dio, STORIA D?AMORE.
Cristo incarnato, morto e risorto, riporta la carne a Dio. Nel Vangelo di Giovanni si leggere che “il Logos si è fatto carne e ha piantato la sua tenda in mezzo a noi”: Dio ha, perciò, assunto la carne, con la resurrezione e il ritorno al Padre porta la carne degli uomini in Dio.
Dio compie ciò “nella pienezza dei tempi” (come si legge nei “Galati 2,4”). E la pienezza dei tempi è quella che si realizza in ciascuno di noi ogni volta che facciamo risorgere Gesù, ogni volta che viviamo il CHAIROS, ossia, il tempo nel quale accade qualcosa, il tempo che si caratterizza per la sua qualità. Il Signore, infatti, ci chiama a vivere questo tempo, ci chiama ad essere protagonisti con Dio.
Nel tempo del CHAIROS si colloca l’Emmanuele: il Natale è tempo di concretezza, è l’incarnazione di Dio con il quale posso entrare in relazione. Dio dà qualità alla mia vita con il Natale. Dobbiamo quindi cercare una vita non più vissuta con il “tirare avanti”, ma una vita da protagonista. Dio vive il CHAIROS. Dio viene a noi per farci vivere il CHAIROS: la relazione che quando si rompe con il peccato.
Dio prende per mano, con pazienza, l’uomo: lo accompagna. Lui è alla porta e bussa. Dio non fa violenza all’uomo. Gli dona la fede che dà spessore alla vita e si fa compagno di viaggio. È Dio che si avvicina, Dio non pretende che io lo raggiunga, è lui che va alla velocità del mio passo (Osea 11,3b ci dice: “ho preso Israele per mano”). Dio non fa mai violenza.
Nella Lettera agli Efesini 1,3ss si legge che gli uomini sono Santi ed Immacolati nell’amore di Dio e per Dio: noi siamo figli adottivi di Dio che ci ha pensato prima della creazione del mondo. Siamo chiamati a vivere come figli di Dio, a vivere il CHAIROS e non a farci trascinare dalla vita, ossia dal CRONOS. L’oggi di Dio coincide con l’oggi dell’uomo collocato nella storia e nella sua famiglia.
Il Natale è tempo di attesa. Attendere vuol dire mettere una meta. Ma chi farà luce nel cammino verso questa meta? La pubblicità di oggi vuole che l’uomo non attenda niente, che sia plagiato. Dio, però, vuole che l’uomo viva il CHAIROS e non il CRONOS. Dio, perciò, è garante del matrimonio sacramento dell’amore di Cristo per la Chiesa ed è reciprocità e santità in Dio/famiglia. Dio entra in famiglia. E la famiglia cosa attende? I figli attendono le carezze; i coniugi attendono le carezze che non sono e non devono essere scontate. L’uomo, vivendo il CRONOS, diventa vittima della stanchezza che è un peccato e combina guai: non permette di far entrare Gesù che… spiazza, perché è vita.
Le domande che l’uomo si deve porre sono: Quanto CHAIROS ritaglio per me? Per volermi bene?
L’Emmanuele è venuto per amarti, ma tu ti ami?
Quanto tempo dono al partner? Il tempo quello importante: il CHAIROS non il CRONOS.
Quanto tempo dono ai figli? (E soprattutto ai figli adolescenti che hanno bisogno sia di CHAIROS che di CRONOS?)
Quanto CHAIROS dedico alla preghiera? Non alla recita delle preghiere, ma un tempo per me insieme con Dio.
Gesù nelle analisi del male è stato sempre terribile ma nello stesso tempo pieno di comprensione verso le persone che sbagliano o fanno esperienza di peccato e di male. Così ricordiamo gli incontri con l’adultera, Zaccheo, la peccatrice.
Quanto prego con il partner? E quanto pudore c’è nel pregare con il partner?
La preghiera è il respiro della famiglia. La famiglia ha bisogno del respiro della preghiera: perché la famiglia è chiamata ad essere l’incarnazione dell’Emmanuele.
Al percorso catechistico dei fidanzati iniziamo gli incontri chiedendo “A che punto è la nostra fede?”. La fede non è fatta di cose da fare ma di relazione con Dio. La mia fede deve essere basata sulla conoscenza personale di Gesù.
Il tempo del Natale è il tempo dell’accoglienza dell’Emmanuele. Tra le tante attrazioni del Natale, riesco ad accorgermi che nasce il bambino? Accogliere è un atteggiamento dell’animo. Il dono più apprezzato è quello che esprime l’amore dell’altro per me.
La nostra società ci sta educando che tutto deve essere basato sulle mie aspettative.
Quando siamo chiamati a prendere le decisioni ci chiediamo cosa direbbe Gesù, cosa il vangelo mi suggerisce.
Dio è con noi, siamo anche noi con Dio? L’Emmanuele sia il benvenuto nella nostra famiglia. Dio vuole stare con noi perché ha bisogno di noi come noi di lui.
Sono tanti i gesti che possono arricchire il nostro Natale come punto di partenza per una vita nuova: l’accoglienza del fratello, l’apertura di nuove relazione, fermare la corsa, non rimandare a domani l’incontro che ci può cambiare.
Mettiamo in essere segni di riconciliazione e di pace. Intensifichiamo la vita di preghiere, celebriamo il sacramento della riconciliazione, riuscendo anche a comprenderlo meglio nella sua profondità. Non c’è da preoccuparsi di cosa ho fatto e di cosa non ho fatto ma ricercare la riconciliazione con Dio.
Infine celebrare L’Eucarestia. Nella solidarietà e nella condivisione mi accorgo che l’Emmanuele viene per me ma anche per tutti.
L’Emmanuele prende casa con noi e nelle nostre famiglie.
Lo spirito del Natale deve essere accompagnato dal sacramento della RICONCILIAZIONE (vissuto non come lavatrice, ma come momento di relazione con Dio), dalla COMUNIONE, dalla SOLIDARIETÀ (Noi verremo giudicati per i gesti d’amore: nelle persone io incontro Dio) e dalla CONDIVISIONE (“Siate svegli” perché Dio viene a noi personalmente ed in comunità).
N.B. Per quanto riguarda il Sacramento della Riconciliazione nel periodo della Quaresima in parrocchia ci saranno 5 Catechesi per Adulti.
La riflessione è stata incentrata sull’ultimo capitolo (“IL COLLOQUIO”) del libricino che ha accompagnato il percorso del gruppo in questi mesi: “In due” di Anna e Alberto Friso.
Questo ultimo capitolo è stato definito il capitolo del bilancio: Amalia ha esposto il pensiero che per lei e Alessandro partecipare agli incontri di Giovani Sposi è un occasione per ritrovarsi con coppie con cui poter condividere serenamente e senza pregiudizi esperienze di vita e di coppia. Per lei e Alessandro Giovani Sposi significa “sentirsi in famiglia”, sapere di poter trovare “qualcosa in più” e imparare dall’esperienza “delle coppie più adulte”.
Come per Amalia, anche per Fulvio F. e per Brunella (e penso per tutti noi presenti) il capitolo sul colloquio è come se l’avessimo scritto noi incontro dopo incontro in questi anni durante i quali siamo cresciuti sempre più individualmente come coppia, ma conservando l’entusiasmo da “sposini”.
Infatti, come ha detto Pasquale “qui c’è un filo conduttore, si sa che le altre coppie possono offrire un aiuto” anche perché “non sempre le persone più vicine sono in grado di far vedere nella giusta direzione”. E giustamente come ha detto Brunella per vedere nella giusta direzione ci si deve confrontare con chi è “imparziale, un pò estraneo, e che vede la situazione in quanto tale senza il trasporto emotivo” che, invece, caratterizza il consiglio della persona amica o parente.
A tal proposito Linda ha condiviso con noi tutti l’esperienza di vita sua e di Fulvio: dopo i primi sei o sette mesi di fidanzamento hanno avuto la fortuna di incontrare un sacerdote, diventato loro amico e confessore.
Con lui il sacramento della riconciliazione è stato sempre vissuto pienamente e come un modo per aprirsi per aiutarsi e per sbloccare la comunicazione che, talvolta, tra coppie di fidanzati o di coniugi si intoppa, si blocca.
L’aiuto esterno sicuramente non dà la soluzione, ma offre il COME cercare di risolvere l’eventuale problema che nasce perché, se pur fidanzato/marito e fidanzata/moglie vanno verso l’unità, sono fondamentalmente due persone distinte.
L’aiuto esterno può, quindi, essere dato da un sacerdote con cui confrontarsi sia singolarmente che in coppia oppure da un mediatore familiare: il primo farà riflettere la coppia sulla sacralità e l’indissolubilità del matrimonio; il secondo suggerirà delle formule per supportare la coppia dal punto di vista comunicativo.
Lo psicologo certo può aiutare, ma come fatto osservare da Linda, il suo compito è più indirizzato al singolo componente della coppia che, prima di risolvere i problemi di coppia, deve cercare di far chiarezza in sé e risolvere i problemi individuali.
Ma per le coppie che hanno scelto il rito del matrimonio religioso sacerdote e mediatore familiare basteranno… ???? E no… c’è anche e prima di tutto Dio che è medico, mediatore familiare che parla attraverso il sacramento della riconciliazione e l’eucarestia. Dio è il testimone che la coppia ha chiamato, ha scelto per benedire il matrimonio e quindi in un momento di difficoltà, di “crisi”, di dubbio è sempre pronto per fornire il Suo aiuto e la sua forza.
Il testimone… è certo Dio… ma testimoni sono anche i testimoni di nozze e i padrini e le madrine (Daniela): sono figure importanti, il cui compito è quello di condividere gli stessi valori della coppia che si sposa e/o del bambino che battezzano, è quello di testimoniare l’amore della coppia (Tonino).
Il ruolo del testimone, però, sfuma, sfugge nella vita reale, di tutti i giorni e… purtroppo capita che il testimone dimentica ciò che ha testimoniato e che deve testimoniare.
L’incontro di gennaio è stato pieno… comunicazione, dialogo, testimoni, sacramento… un mix di argomenti su cui riflettere e sui cui meditare sia se la coppia vive in serenità (perché tali argomenti devo fungere da monito) e sia se la coppia è in crisi (perché tali argomenti devono essere la risorsa da cui attingere per mettersi in discussione e aprirsi al dialogo coniugale e all’aiuto esterno).
L’incontro si è avviato alla conclusione grazie ad una riflessione letteraria di Tonino che durante le fese natalizie ha letto “Per sempre” di S. Tamaro: un passo del romanzo si sofferma sulla promessa della coppia di non rinfacciarsi le cose e lo fa attraverso una efficace metafora… l’amore che non comunica è come una mensola mangiata dai tarli. La mensola è lì apparentemente intatta, ma appena ci si poggia qualcosa sopra la mensola cede. I tarli l’hanno mangiata da dentro…
L’incontro si è concluso con un riferimento (di Rosaria e di Fausta) all’evento alla Mostra d’Oltremare “Oggi Sposi” che quest’anno è stata affiancata dal “Forum delle famiglie”.
Come mai questo “inusuale” abbinamento?
L’abbinamento è stato necessario visto il forte aumento delle separazioni e dei divorzi: matrimonio non vuol dire solo vestito, bomboniere, confetti, ma vuol dire prima di tutto responsabilità verso se stessi e verso il partner e verso i figli.
Il forum, infatti, prevede il dialogo ed il confronto con avvocati, mediatori familiari che offrono spunti di riflessione alle coppie che stanno preparandosi al “si” e alle coppie che cercano un aiuto, un suggerimento per risolvere delle questioni familiari e di coppia.
Il doppio evento è stato molto pubblicizzato anche attraverso il TG regionale: personalmente ho visto un servizio in cui il giornalista intervistava l’avvocato del “Forum delle famiglie” che sottolineava la necessità di un approccio responsabile alle leggi non solo per accelerare un divorzio, ma prima di tutto per prevenirlo o quantomeno aiutarlo.
L’incontro del gruppo Giovani Sposi del mese di febbraio 2012 si è tenuto presso il salone parrocchiale alle ore 17.00. Proprio lo spostamento dell’incontro dal secondo venerdì sera al secondo sabato pomeriggio è stato oggetto di confronto: il venerdì sera è scomodo per le coppie con bambini e per agevolare loro è stato ritenuto opportuno in fase di programmazione spostare l’incontro al sabato pomeriggio.
Fulvio F. pensa che lasciare gli incontri al sabato pomeriggio potrebbe essere una soluzione per far partecipare nuove coppie di giovani sposi che… pur dicendo che sarebbero venute, non si sono viste.
E allora? La questione è rimasta sospesa!!!!
Quindi… approfittiamo di questo mesetto in vista dell’incontro di marzo per fare un bilancio e… trovare una soluzione ideale che coniughi la disponibilità delle coppie storiche e delle coppie che hanno il desiderio e il piacere di partecipare gli incontri.
L’incontro di febbraio è stato un incontro di bilancio, scaturito anche dall’esito non brillante della domenica del 5 febbraio dedicata alla Festa della Famiglia.
La giornata non è andata come programmata: a Piedigrotta avremmo ospitato le coppie della Parrocchia romana di S.Agnese, ma gelo, freddo e neve hanno fatto si che l’incontro fosse rimandato.
Le autostrade erano innevate; Roma era innevata; i treni hanno saltato le corse a causa della neve. Tutto ciò, inevitabilmente, ha tolto la verve alla giornata di festa piedigrottese.
Inoltre, il brutto tempo è stato causa di malanni di stagione e ne sono stati vittime alcune delle coppie di Giovani Sposi.
Durante l’incontro di febbraio noi coppie presenti -Fausta&Fulvio; Carla&Alessandro; Daniela&Maurizio; Linda&Fulvio; Rosaria&Tonino; Brunella&Pino- abbiamo espresso le nostre opinioni circa il carico delle responsabilità all’interno del gruppo: cerchiamo a livello di singola coppia di condividerle a patto che queste responsabilità non facciano soccombere le libertà del singolo.
L’impegno ognuno lo mette in quello che fa e che desidera portare avanti, ma è da tenere sempre presente che il successo dell’impresa non può essere sempre proporzionale all’impegno profuso che… se è motivato dall’amore e dalla dedizione è comunque “sempre ben fatto”.
Se l’impresa non riesce come prestabilita, allora l'”insuccesso” deve essere stimolo positivo per il cambiamento.
La conclusione a cui siamo, perciò, convenuti è quella di essere onesti nel dirci e darci maggiore libertà, nell’avere la forza di dire senza problemi “non lo possiamo fare” … per qualsiasi evento che la parrocchia organizzi noi coppie di Giovani Sposi e di Famiglie Insieme ci possiamo alternare vicendevolmente in modo che l’evento riesca con successo.
Durante l’incontro di febbraio è quindi stato fatto il punto su questa Giornata della Vita-Giornata della Famiglia: la parrocchia di Piedigrotta ha scelto di integrarle. Il perché? Perché, come spiegato da Fulvio F., ” la famiglia è vita che è dono d’amore e che è frutto dell’amore di una coppia stabile”.
Forse il messaggio non è arrivato chiaro ai parrocchiani, ma non è un messaggio stonato: la vita nasce, cresce (e muore) in famiglia.
L’incontro si è concluso con la raccolta per il sostegno a distanza e vicinanza (e… a proposito delle adozioni dei bambini del terzo mondo Linda ha distribuito un foglio con le informazioni relative ai “nostri figli” Carlos Bastien, Yurani Reinteira, Viktoria Mishintye, K.Kayathiri, K. Elamurugan, Beni Idiambawa) e con le seguenti comunicazioni:
- i giovedì sera quaresimali in parrocchia si terranno gli incontri comunitari di catechesi di preparazione alla Pasqua
- un sabato pomeriggio e una domenica pomeriggio si potrebbe chiedere al parroco di riunire -come per Natale- Giovani Sposi e Famiglie Insieme per un incontro sul tema della Pasqua
- fissare una nuova data per ospitare le coppie romane di S.Agnese
- sabato 18 febbraio: laboratorio per la sfida educativa: “Impariamo il ragazzese” a cura dello Psicologo dell’età evolutiva Antonio Gentile.
I punti dell’incontro di preparazione alla Pasqua sono stati:
- il Mistero Pasquale
- la Riconciliazione in Famiglia.
Il Mistero Pasquale ruota attorno alla morte e alla resurrezione di Gesù che, come scrive Paolo ai Corinzi, per alcuni è follia, mentre per altri è salvezza.
Dio si presenta nella forza della sua debolezza – la morte in croce – e agli uomini non rimane altro che essere con Lui o essere contro di Lui.
Per chi è con Lui, la Sua morte in croce è il dono supremo dell’amore di Dio: Gesù dona la sua vita e con tale gesto il fine del Padre è stato portato a compimento proprio perché la morte in croce ha la sua conclusione nella RESURREZIONE.
Ed è proprio nell’atto della Resurrezione che Dio appare vincente in quanto vince la morte e il peccato e supera la dimensione della debolezza che è rappresentata dalla morte in croce del Figlio.
Attraverso tale morte del Figlio, Dio si presenta come perdente e l’uomo arriva così a pensare di poterlo annientare perché ritiene che la croce rappresenti la morte della dignità della persona.
Ma la RESURREZIONE al giorno d’oggi cosa rappresenta per gli uomini?
Rappresenta un misto di sentimenti come la compassione, la pietà, la commozione e l’emozione.
E a far smuovere questi ultimi due sentimenti sono i vari modi di rappresentare la morte di Cristo: la Via Crucis del Venerdì Santo o anche il film di Mel Gibson “La Passione”.
L’uomo credente prova i suddetti sentimenti per il fatto che l’Uomo Innocente – Gesù – prende su di sè tutta l’ingiustizia del mondo e, di conseguenza, la sua morte appare ingiusta.
Ma da questa “ingiustizia” scaturisce la Fede del credente.
La Pasqua di Resurrezione è momento di riconciliazione con se stessi e con chi ci sta accanto: la morte e la resurrezione di Gesù che cosa rappresentano per me? Che senso ha la mia vita e che senso ha la mia morte?
Se si ha Fede, il senso del vivere è dato dal significato che si dà alla morte.
Oggi, però, tale concetto tende a sfuggire perché è venuta meno la relazione con gli altri e la società tende a dare più valore all’autorelazione.
I giovani non credono nel loro futuro matrimoniale e nei figli.
L’esperienza degli adulti non serve ai giovani.
La società di oggi è una società che ha perso dantescamente la “diritta via”. E’una società che non riflette a fondo sul senso della Pasqua e sul significato della resurrezione e dell’incarnazione di Gesù.
Gesù risorto rappresenta:
- l’unicità e l’irripetibilità della persona di Dio;
- la pienezza della vita, della storia d’amore di Dio con l’umanità; è il punto culminante del progetto di Dio
- il passaggio qualificante della vita durante il quale l’uomo capisce chi è veramente: in quel momento la sua vita non è una vita nuova, ma una vita rinnovata;
- la pienezza dell’identità dell’uomo nell’eternità.
La Pasqua cancella il peccato.
La Pasqua rappresenta la vita e il momento dell’individuo che entra pienamente nella sua vita.
E’ Pasqua ogni volta che si entra nel percorso della riconciliazione.
Il mistero della Pasqua consiste:
- nel farsi prossimo a Dio che si è fatto prossimo all’uomo attraverso la morte in croce del Figlio;
- nel vivere il chairos che è vissuto come un dono prezioso;
- nell’abbraccio e nella tenerezza di Dio nel momento in cui suo Figlio è in croce per portare a compimento la volontà del Padre;
- nel comprendere che Dio invita l’umanità ad andare oltre e a non fermarsi davanti all’appesantirsi delle cose della vita;
- nel passaggio di Dio nella storia che ha reso nuovo (e rende ad ogni Pasqua) ciò che già esisteva: Dio diventa sicurezza, si mette in dialogo con l’umanità e con il singolo individuo con il linguaggio giusto in modo da essere accettato, compreso per potersi incarnare;
- nel coraggio di morire per poi risorgere.
La resurrezione è quindi riconciliazione sia nella singola persona e sia nella famiglia: la persona riconciliata in Dio è in grado di riconciliare la famiglia che vive nel caos.
Il processo di riconciliazione può essere illustrato attraverso la riflessione su tre parabole:
1) la parabola del Figlio Prodigo o del Padre Misericordioso o del Padre Prodigio d’amore
2) la parabola della pecorella smarrita
3) la parabola della moneta perduta.
Dio cerca e lavora con fatica ed impegno affinché nell’uomo si realizzi la riconciliazione con Lui: Dio non si dà pace fino a che tutti non sono a casa – proprio come fa il pastore con la pecorella smarrita – per essere cullati da Lui.
La Resurrezione è, perciò, opera di Dio, di quel Dio della Genesi che non fa soffrire la vergogna ad Adamo ed Eva nel momento in cui scoprono di essere nudi e offre loro le vesti per coprirsi.
L’uomo vuole la libertà ed impazzisce per ottenerla: su tale desiderio si sofferma la parabola del Figliuol Prodigo che, inizialmente, in nome della libertà non tiene conto degli affetti ed è disposto a vivere e sbranare subito la sua libertà, non a gustarla.
La parabola della moneta è incentrata sul tema della riconciliazione in famiglia e su quello della maternità di Dio ed è suddivisa in tre momenti:
1) Luce
2) Ricerca
3) Festa.
La donna perde una moneta tra le dieci monete che ha.
La donna accende la luce e la trova in casa.
La donna metaforicamente perde la preziosità della famiglia, ma la luce della famiglia, Gesù, vince il buio.
La luce/Gesù fa vedere il bello e il brutto e metaforicamente ciò sta a significare che la luce/Gesù fa vedere quello che unisce la famiglia, ma che all’uomo sfugge molto facilmente perché per lui è più facile vedere quello che non va e “crogiolarsi” nel buio.
La luce della riconciliazione, però, segna l’inizio della vita rinnovata dal rapporto dell’individuo con Dio, quel Dio che addormenta l’uomo per fargli scoprire, quando riapre gli occhi, che la donna è carne della sua carne, ossa delle sua ossa, ossia il suo completamento.
La donna trova la moneta e fa festa: la conclusione del cammino di riconciliazione è festa, è condivisione.
La festa diventa la garanzia che Dio non si è stancato dell’uomo.
La condivisione rende partecipe l’altro all’aver permesso a Dio di entrare nella mia vita, nella mia famiglia e di rinnovarmi.
La serata parrocchiale si è conclusa convivialmente, in festa nel salone caminetto: allegria, chiacchiere e tante bontà culinarie…
paste al forno, salsicce, verdure, polpettoni, frutta e babà!!!! Durante il momento conviviale, abbiamo avuto la gioia di riabbracciare Melina e Antonio, con i loro splendidi figli, venuti da S. Severo di Foggia; era dall’estate del 2010 che non stavamo insieme, impegnati come sono stati dalla nascita dell’ultimo erede, ma non abbiamo perso mai i contatti, e così è stato come se non si fossimo mai persi di vista: è anche questo un modo per vivere l'”insieme”. E questo vale per tutti…
L’incontro del gruppo Giovani Sposi del mese di aprile si è tenuto il 14 pomeriggio alle ore 17.00 circa presso la Sala Pio IX e ha visto la new-entry di due nuove coppie: Simona(mia compagna di liceo ed università) &Giovanni e Gerarda&Massimo. A loro va il nostro BENVENUTO!!!
All’incontro, però, si è sentita la mancanza di Linda, di Fulvio T.(maritino mio… ma proprio oggi ti dovevi prendere l’influenza?), di Brunella&Pino.
Gerarda&Massimo sono venuti a conoscenza del percorso dei Giovani Sposi frequentando gli incontri del “Rinnovamento dello Spirito” a Piedigrotta; Simona&Giovanni hanno accolto il mio invito perché desiderosi di un confronto diretto e spontaneo con coppie di sposi con cui condividere esperienze, dubbi e problematiche.
Dopo un giro di presentazione, Fulvio F. ha introdotto l’argomento: la lettura e la riflessione del libricino “Comunicare nella coppia” di R.Ventriglia e R. Della Valle, rispettivamente neurologo e psicoterapeuta lui, ginecologa e sessuologa lei.
La lettura dell'”Introduzione”, incentrata sulla metafora matrimonio-viaggio, del capitolo “Attenzione: arriva sul primo binario il treno dell’amore” e del capitolo “Il viaggio continua: differenziazione, sperimentazione, riavvicinamento” ha spinto i presenti alla riflessione personale che ha, ovviamente, portato ad interpretare i concetti letti in rapporto alle proprie esperienze di vita e di coppia.
La frase “…lasciarti senza senso di colpa…” ha aperto la riflessione di Daniela e di Tonino&Rosaria sulla fine di un matrimonio: le coppie che arrivano alla separazione non vedono più niente di bello del loro vissuto matrimoniale e addirittura sono portate a rinnegare i momenti belli… forse proprio perché il momento dell’allontanamento, della separazione è vissuto come un peso più grande e doloroso.
La frase che, però, maggiormente mi ha colpito è la seguente: “il rapporto si arricchisce di volontà, di costanza, di impegno, di creatività; tutto ciò retto da principi, valori, elementi costitutivi della persona. Chiarirsi, esprimersi, cercarsi quando non ci si sente più come prima; anche quando il dolore, la delusione, la rabbia porterebbero a chiudersi.”
Se molti matrimoni seguissero questo solido impegno, si poggiassero su una vera consapevolezza e su una forte autostima (individuale e di coppia) non “scoppierebbero”perché, come sottolineato dagli autori del libricino, avrebbero sperimentato e fatto proprio la “COSTANZA DELL’OGGETTO AMATO”, ossia “la presenza profonda dell’altro in noi.”
L’incontro si è concluso con le seguenti comunicazioni:
21/4 – ore 17.30: Laboratorio per la sfida educativa “L’età del disagio” – Introduce Don Pasquale Incoronato, Responsabile diocesano della Pastorale giovanile
28/4: FilmInsieme “La nostra vita”
12/5 – ore 17.00: Incontro Giovani Sposi
9-10/6: (probabile) Incontro a Piedigrotta con il Gruppo Famiglie della Parrocchia di S.Agnese di Roma.
Fausta “Giovani Sposi”
Sabato scorso 14 aprile abbiamo accettato l’invito di Fausta partecipando all’incontro con i Giovani Sposi presso la parrocchia di Piedigrotta. Ed è stato come ritrovare vecchi amici, riprendere un filo ininterrotto del discorso. Colgo l’occasione per ringraziare Fausta, la lungimirante artefice di questo incontro, che ha ben compreso il desiderio profondo nostro e soprattutto mio di partecipare e poter condividere esperienze di coppia, ponendo le basi per un sano e sincero confronto. Pur non essendo nuovi a questo genere di incontri, avendo già partecipato anni addietro ad un altro gruppo, questa volta vuoi per l’ambientazione, vuoi per il nutrito numero di coppie e per le tematiche proposte, ci siamo subito sentiti coinvolti e a nostro agio. Rotto per così dire il ghiaccio, grazie anche alla provvidenziale lettura di un capitolo del libro ”Comunicare nella coppia” , gli argomenti e gli spunti per un sereno dialogo sono sbocciati senza fatica, in uno slancio di domande e riflessioni sulle varie fasi vissute dalla coppia – dall’innamoramento in poi. La metafora calzante della vita a due come viaggio da condividere insieme, con un percorso che può anzi deve essere il più variegato possibile, e dove gli ostacoli di certo non mancano, ha dato il là ai commenti. Chi come me si è soffermato sul paragone tra il legame madre-figlio e quello tra due innamorati, chi invece ha voluto dare spazio al momento della crescita individuale intesa come primo e indispensabile valore sul quale costruire successivamente la coppia.
Il pomeriggio è volato via, mentre le campane verso le sette di sera rintoccavano festose eravamo ancora intenti a programmare i futuri eventi del gruppo, come il prossimo incontro con il gruppo parrocchiale di Roma e le attività di volontariato a favore delle adozioni a distanza e delle famiglie con parenti incarcerati.
Siamo tornati a casa con la sensazione di aver messo una piccola fondamenta in più nella nostra vita, un germoglio che speriamo cresca curato e dia sapore e carattere alle nostre giornate.
Simona “Giovani Sposi”
Carissimi, l’argomento principale del sabato trascorso insieme l’12 maggio scorso all’incontro dei Giovani Sposi presso la parrocchia di Piedigrotta a Napoli è stata la prosecuzione della lettura all’unisono del libro “Comunicare nella coppia” di Rita e Rino Ventriglia. E punto focale di tutta la nostra discussione è stato proprio la valutazione dei metodi usati dalle coppie di sposi di oggi utilizzati per comunicare sensazioni, emozioni, commozioni, dispiaceri ma anche gioia e soprattutto amore. Cosa ci fa spesso e volentieri perdere il filo del discorso, che si arena su errori facilmente evitabili con pizzico di buon senso e tanta buona volontà? Innanzitutto bisogna recuperare la semplicità di una comunicazione articolata inconsapevolmente su più livelli: se ad esempio con la voce esprimiamo un parere, anche il nostro corpo mediante gesti e sguardi può rinforzare la parola detta oppure esautorarla di significato, fino ad inviare addirittura al partner un messaggio implicitamente contrastato. Questo è l’errore che bisogna assolutamente evitare, e cioè vivere il momento del dialogo come confronto costruttivo e non come una lotta intestina tra coniugi. Perché prima di essere famiglia siamo coppia e come tale dobbiamo insieme progettare il futuro, vivere i desideri, guardare fiduciosi al futuro. Perché senza una corretta e precisa comunicazione appunto armoniosamente dialogante, la più impegnativa delle architetture d’amore pericolosamente è destinata a non durare se costruita su fondamenta di sabbia. E le nostre fondamenta sono le parole scambiate con il cuore in mano, aprendoci totalmente all’anima di chi è nostro compagno di vita. La lettura dei capitoli del libro in questione è stata inoltre arricchita da commenti a caldo delle coppie presenti, valutazioni coerenti e oggettive sul grado di comunicazione al quale siamo giunti oggi come coppia, alle difficoltà che ognuno di noi come singolo individuo nella coppia si trova a dover affrontare, cercando una via d’uscita che non destabilizzi l’armonia della famiglia. Anche la famiglia intesa in un senso più allargato è diventata argomento dove narrare esperienze personali, come quelle della scrivente, e cercare pur nella diversità palese un terreno comune di confronto e di crescita soggettiva. Perché alla fine è proprio questo secondo me il senso intrinseco del nostro comune cammino: come tante piccole fiammelle siamo guidate verso un Amore più vero e sincero – e citando Shakespeare – perché è la Stella che guida ogni nostra speranza , anche la più nascosta e sperduta
E con l’incontro di venerdì 15 giugno 2012 si è concluso anche quest’ anno di Giovani Sposi.
Ad accompagnare il saluto pre-estivo non poteva mancare il “BIGNAMI DELLA COMUNICAZIONE”, tratto dal libricino di R.Ventriglia e R. Della Valle “Comunicare nella coppia”: 1 Saper ascoltare; 2 Sviluppare l’argomento oggetto della comunicazione invece di “spostare” andando al passato, generalizzando, ecc..; 3 Esprimere i propri vissuti emotivi rispetto al comportamento dell’altro invece di accusarlo. L’accusa genera sempre una risposta difensiva; 4 Rispondere direttamente allo stimolo inviato piuttosto che ridefinire; 5 Esprimersi invece di accumulare “bollini”; 6 Comunicare chiaramente bisogni, idee, desideri, progetti. Le zone d’ombra danno adito a sospetti; 7. L’altro non è un mago!; 8 Evitare la lettura della mente.
Sicuramente il punto 7 e il punto 8 possono tanto essere criptici quanto suscitare una risata: come sottolineato da Fulvio F. la coppia deve sempre trovare la capacità di mettersi in gioco e ciò è possibile solo se la coppia comunica apertamente e non cerca di immaginare cosa il partner possa pensare. La coppia deve saper cogliere le spie e deve essere in grado di sapersi e di volersi ascoltare per mettersi in discussione e per crescere. Come, poi, sottolineato da Linda la coppia cristiana non deve ammalarsi di anoressia spirituale: la coppia che si sposa in Chiesa deve impegnarsi a non dimenticare di non partecipare più alla messa dopo il giorno del “si”. Nel momento della difficoltà la coppia cristiana deve tenere a mente che nel Signore può trovare la forza per comunicare e per impegnarsi a trovare la via d’uscita.
Una BUONA ESTATE a tutte le coppie con cui abbiamo condiviso gioiosamente questo cammino!!!! Cammino che non si ferma… già ci stiamo preparando per il prossimo anno: 9 settembre ore 19.00 Messa di affidamento delle Famiglie alla Madonna di Piedigrotta!!!!
Fausta “Giovani Sposi”
Lo scorso venerdì 15 giugno ci siamo tutti nuovamente incontrati per tirare le fila di un lungo anno di incontri dei Giovani Sposi. L’ultima occasione per rivederci prima delle vacanze estive e per raccontare a vicenda le nostre impressioni sul libro “Comunicare nella coppia” un libro che personalmente ho letto e del quale ho confrontato i punti salienti con alcuni romanzi che ho avuto la fortuna di leggere in questi ultimi tempi e che per puro caso hanno come tema centrale la famiglia e la coppia. E che potrebbero diventare spunto per future occasioni di dibattito come certamente un piacevole passatempo durante la stagione estiva. I titoli che vi suggerisco sono tre e tra loro molto diversi, ma come ho già detto centrale è nel loro plot narrativo il tema dell’amore in tutte le sue sfumature. Il primo libro è un romanzo scritto dall’autrice britannica Sophie Kinsella “Sai tenere un segreto?” narra di una ragazza –Emma- che durante una turbolenza aerea colta da un attacco di paura racconta tutta la sua vita e i suoi segreti al suo vicino di volo. Dopo l’atterraggio si accorge però che l’uomo del volo altri non è che il suo nuovo datore di lavoro. Complice l’ambiente lavorativo i due intessono una storia d’amore, con un handicap: lui sa tutto di lei. Lei di lui, purtroppo quasi nulla. Ma è proprio partendo da questo dislivello che i due risolvono quell’apparente difficoltà mostrandosi leali l’uno verso l’altra, cercando di non ferirsi e imparando a vivere con sincerità. Il secondo romanzo invece è di un’autrice irlandese, Catherine Dunne, e s’intitola “La metà di niente” narra di Rose e di Ben, una coppia con figli con anni di matrimonio alle spalle. Purtroppo un mattino Ben decide di punto in bianco di lasciare moglie e figli, per vivere liberamente la sua vita e il suo nuovo amore. Da qui il riscatto di Rose, come donna e come madre, alle prese con un lavoro da inventare, cacciando indietro la delusione per non far soffrire i figli ancora di più. Il terzo romanzo ha un tono autobiografico, scritto da Flavio Insinna il famoso attore e presentatore romano che in “Neanche con un morso all’orecchio” si racconta con tutte le sue debolezze e incertezze mentre deve affrontare uno dei momenti più drammatici della sua vita: accompagnare il padre verso l’addio, l’ultimo addio. Con la sua fragilità e la sua onestà, dà di sé e della sua famiglia un ritratto sincero e umile, vivo e palpitante come non mai. Tre libri che raccontano tre eventi che potrebbero capitare nella vita di chiunque. L’innamoramento, la delusione amorosa, l’addio a un genitore.
Quello che è fondamentale in questi romanzi è appunto la delicatezza con cui è raccontata l’evoluzione di una situazione, insieme ai sentimenti di chi la sta vivendo. Dove poi alla fine è centrale oltre che la coppia, anche la famiglia, che molto spesso si dimostra porto sicuro dove trovare riparo nei momenti più tempestosi del nostro cammino.
Sperando di aver dato a tutti quel pizzico di curiosità che appagherete leggendo i libri da me suggeriti, auguro a tutti di trascorrere una serena e spensierata estate insieme ai vostri cari!
Simona “Giovani Sposi”