Anno 2015 – 2016
Venerdì 23 Ottobre 2015, presso il Salone Caminetto, sono ripresi gli incontri del Gruppo “Giovani Sposi” che ha visto l’arrivo di una nuova coppia e la conferma della presenza delle coppie storiche. La tematica, introdotta da Don Franco, che accompagnerà il percorso di questo anno è la MISERICORDIA. La domanda da cui l’incontro è, perciò, partito è stata quella relativa all’essenza della MISERICORDIA il cui significato letterale è quello di “avere cuore” (dal lat. cor-cordis:cuore), ma che coincide con l’attenzione di Dio nei confronti degli uomini. Questi, seguendo la strada della Misericordia, si riconoscono figli di Dio e quindi il loro riflesso è quello del volto di Dio. Il Dio del Vecchio Testamento era un Dio giudice, ma un giudice che sa bene quale sia il suo compito: educare il popolo a comprendere la Misericordia e a metterla in atto come ha fatto lo stesso Dio la cui opera di Misericordia più grande è stata quella di inviare sulla terra suo Figlio Gesù e farlo morire in croce. Il Dio del Vecchio Testamento, se pur giudice, manda la manna al suo popolo anche se questo venera il vitello d’oro. Dio si mostra fedele e misericordioso, si mostra padre (come si mostrano padre e madre i genitori nella vita di tutti i giorni quando discutono con i figli che possono apparire o sono loro poco riconoscenti). La MISERICORDIA, quindi, È LA CAREZZA DI DIO come ha detto Papa Francesco. Una carezza che Dio invia attraverso il Sacramento della CONFESSIONE che, da parte dell’uomo, è il gesto attraverso cui chiedere “scusa” a Dio per le proprie mancanze, per le proprie omissioni, per la propria miseria e chiedere “grazie” per la comprensione degli errori. Il Dio della MISERICORDIA, nel Nuovo Testamento, è il padre del “figliuol prodigo”: Dio-padre si sporca le mani, abbraccia il figlio sporco di maiale (e nel mondo ebreo il maiale è animale immondo), ma lo perdona e l’abbraccio tra padre e figlio diventa simbolo di purezza.
La seconda parte dell’incontro è stato organizzato da Don Franco sotto forma di esercizio:
- la coppia si deve guardare;
- la coppia deve comprendere quali sentimenti prova, quali prevalgono;
- la coppia deve capire cosa trasmette il volto dell’altro;
- ognuno dei due coniugi deve comprendere cosa ognuno vede di sé nel volto dell’altro;
- ognuno dei due coniugi deve comprendere le qualità dell’altro o le miserie e le debolezze;
- ognuno dei due coniugi deve comprendere cosa prendere a cuore dell’altro;
- la coppia deve prendersi per mano e sentire cosa accade;
- la coppia deve andare al Tabernacolo, aprirlo e capire l’essenza della Misericordia;
- la coppia deve commentare (per iscritto) l’emozione provata.
- guardare il Tabernacolo è stato come guardare se stessi e provare verso se stessi benevolenza;
- guardare il Tabernacolo è stato come guardare se stessi e sentirsi perdonati per le proprie miserie e le proprie debolezze ed essere, di conseguenza, pronti per riprendere con onestà il corso della propria vita;
- guardare il Tabernacolo è stata la scoperta di capire che il volto di Dio è ognuno di noi.
L’incontro di “Giovani Sposi” del mese di Novembre si è tenuto presso il salone caminetto sabato 14 alle ore 18.45 e si è concluso con una bella e gustosa cena, accompagnata da sorrisi, allegria e condivisione del corso della settimana passata, delle aspettative e delle novità.
Il tema dell’incontro, guidato da Cinzia ed Antonio, è stato incentrato sulla riflessione pratica della MISERICORDIA.
La MISERICORDIA fa l’uomo uguale a Dio, fa si che l’uomo abbia lo stesso DNA del Padre, ma l’umanità comunque limita la santità cui l’uomo tende. L’uomo misericordioso perciò non deve vivere la sua umanità come limite, ma deve impegnarsi nell’esercizio quotidiano della MISERICORDIA. In che modo? Un primo passo può essere la giustificazione del comportamento altrui: una giustificazione che, però, sia frutto della comprensione e che porti colui che ha commesso un errore a capire l’entità di tale errore e a pentirsi.
La MISERICORDIA è un percorso che l’uomo fa dentro di sé: è una lotta interiore tra il non riuscire e la volontà di impegnarsi a mettere in pratica la Fede, cercando di superare il limite imposto dalla rigidità personale.
La MISERICORDIA, come condiviso da Don Franco, si dona e donandola se ne fa esperienza e si conquista.
La coppia guida ha proposto, nel corso dell’incontro, un esercizio:
Gesù Cristo è il volto della Misericordia del Padre, la Misericordia è una legge fondamentale della vita cristiana.
Per il singolo:
1) Quanto sono coerente (da 1 a 5)?
Dio è pietoso e misericordioso, lento all’ira e ricco di amore e fedeltà (Es. 34,6)
2) Quanto mi fido del partner (da 1 a 5)?
Le risposte individuali sono state profonde e hanno portato alla luce il dissidio che ognuno vive dentro di sé: alla domanda 1) il “5” non se lo è dato nessuno perché la perfezione umanamente non esiste, è un percorso costante verso la strada della Misericordia (verso se stessi e verso gli altri). Il punteggio, per lo più, è oscillato tra il “3” e il “4”: ognuno dei presenti vive la propria vita sulla scia della Misericordia, si impegna a perseguirla, ma si trova a fare i conti con i propri timori, le proprie debolezze e i propri limiti.
In relazione alla domanda 2) la fedeltà nei confronti del partner ha raggiunto il “5”, con qualche punta di “4” (la cui risposta è data dal fatto che la fiducia e il sostegno reciproco guidano la coppia, ma c’è sempre la paura per l’imponderabile).
All’esercizio di profonda riflessione è seguito, infine, quello assegnato “a casa” che propone un esercizio pratico di Misericordia nell’ambito della quotidianità familiare:
“Gesù con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la Misericodia di Dio. 1) Quali gesti faccio per mio/mia marito/moglie?
Guardandovi e discutendo:
1) Riusciamo a guardare gli altri con occhi sinceri? O siamo dubbiosi?
L’incontro di Giovani Sposi del mese di Gennaio 2016 si è tenuto al calduccio del camino del salone caminetto il giorno 23 ed è stato guidato da Daniela e Maurizio che, partendo dalla lettura della Bolla di Papa Francesco sul Giubileo della Misericordia, hanno somministrato un mirato test di riflessione:
- La Misericordia è il segno visibile e tangibile dell’Amore del Padre. Prima del Giubileo avevo mai riflettuto sulla parola Misericordia? SI-NO-A VOLTE; Sono abituato a perdonare? SI-NO-A VOLTE; Sono abituato a chiedere perdono al Signore e al prossimo?SI-NO-A VOLTE?
- Quanto”spazio”occupano nella mia vita le seguenti parole? Prova a dare un valore da 0 a 5 ad ognuna di essa: Amore, Compassione, Dono, Perdono, Pietà, Tenerezza, Consolazione, Solidarietà, Carità, Benevolenza, Riconciliazione, Pellegrinaggio (inteso anche come viaggio interiore), Conversione, Gioia, Pace.
- Mi capita di “rimandare” il momento della Riconciliazione? Per quale dei seguenti motivi? – “In fondo è da poco che mi sono confessato” – “Non ho peccati da confessare” – “Perché devo confessare i miei peccati ad una terza persona? Lo faccio direttamente a Dio” – “Non mi fido del sacerdote” – Altro.
Questo, però, è strettamente legato alla CONFESSIONE e, quindi, è l’uomo che deve volerlo. Come evidenziato da Papa Francesco l’uomo compie tre tipi di peccati: CORRUZIONE, CRIMINE, PECCATO CONTRO LA GIUSTIZIA. Il terzo tipo di peccato, in fin dei conti, appartiene a tutti gli uomini: non si è nella giustizia se non si riesce a fare quello che è giusto fare nel proprio piccolo (es: dare da bere agli assetati; dar da mangiare agli affamati; …), senza, però, dimenticare che la DIGNITA’ PERSONALE non deve essere mai offesa e trasgredita.
Gesù a Pietro che gli chiede fio a quante volte deve perdonare, gli risponde che deve perdonare fino a settansette volte sette: PERDONARE, per l’uomo, è un esercizio che può risultare difficile sia verso gli altri che verso se stessi, ma il PERDONO rende l’uomo migliore ed e è un DONO che Dio riserva a chi lo merita, e non a chi, recidivamente, continua a peccare e approfitta del perdono altrui.
Papa Francesco nella sua Bolla dedica spazio alla parola PELLEGRINAGGIO inteso come un cammino e un percorso che segue la via del NON GIUDICARE, del NON CONDANNARE, che non dimentica che l’UOMO SARA’ MISURATO CON LA MISURA CON LA QUALE LUI VALUTA, che non parla male e non lascia in balia della chiacchiera l’agire umano e che tiene sempre presente che ogni uomo è strumento del perdono attraverso la sua magnanimità.
Nella Preghiera del Giubileo della Misericordia, Papa Francesco si sofferma sul sacramento della RICONCILAZIONE: l’uomo non si può auto confessare perché ha bisogno di sentirsi dire dal Sacerdote che Dio l’ha perdonato.
Dio, infatti, è FONTE DI MISERICODIA: getta acqua e tutti gli uomini possono dissetarsi ogni volta che sentono il bisogno di riconciliarsi con Lui attraverso il sacramento della CONFESSIONE e dell’EUCARESTIA.
Questi sono il DONO del Signore per non far cadere l’uomo nella sfiducia: Giuda, sfiduciato, dopo aver venduto Gesù si suicida; Pietro pure cade nella sfiducia quando tradisce Gesù prima che il gallo canta tre volte, ma non si abbatte, comprende, chiede scusa al Signore e segue la via della fiducia in Dio. La stessa strada che, in fin dei conti, segue, in croce, il ladrone che Gesù porta con sé nel Regno dei Cieli dimostrando così che il PERDONO DIVINO è concesso a tutti gli uomini, a patto che essi, con FEDE, si pentano dei peccati commessi.
A tal proposito Felice ha proposto la visone del film “Dead walking man” (con Sean Penn) in cui, anche nel braccio della morte, un condannato e la suora che lo accompagna verso la sua fine riflettono sul significato del PERDONO anche davanti al crimine più efferato.
L’incontro si è concluso (prima della cena comunitaria) con la lettura corale della “PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO PER IL GIUBILEO”
“Signore Gesù Cristo, / tu ci ha insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, / e ci hai detto che chi ti vede vede Lui. / Mostraci il tuo volto e saremo salvi. / Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro; / l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura; / fece piangere Pietro dopo il tradimento, / e assicurò il Paradiso al ladrone pentito. / Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: / Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, / del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia: / fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria. / Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza / per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore: / fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione / perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore / e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio / proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà / ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia / a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. / Amen”
Fausta, “Giovani Sposi”
Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia
L’incontro di “Giovani Sposi” del mese di febbraio si è tenuto il giorno 27 presso il salone caminetto e il tema è stato “MISERICORDIA CHE CAMBIA IL CUORE E LA VITA E CHE PUÒ RIGENERARE UNA PERSONA”.
Il tema è stato introdotto da Don Franco attraverso la lettura di Luca (19, 1-10) incentrata sulla figura di Zaccheo, “capo dei pubblicani e ricco”, che quando dall’alto del sicomoro incontra Gesù dà una svolta alla sua vita: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.
Don Franco, poi, ha fatto prendere da un cesto ad ogni coppia un bigliettino riportante un passo scelto delle Sacre Scritture. Quello che abbiamo pescato io e Fulvio riportava un passo del Salmo 50, 8: “Ma tu gradisci la sincerità del cuore e nel mio intimo mi insegni la sapienza”.
Ogni coppia ha elaborato la propria esperienza di Misericordia attraverso la meditazione del passo toccatogli in sorte.
L’elaborazione, poi, è stata supportata dalla testimonianza della guida dell’incontro: Ilaria, rappresentante del gruppo “Famiglie in corso” della parrocchia di Sant’Agnese di Roma (parrocchia dalla quale proviene il nostro parroco Don Franco e nella quale guida il gruppo famiglie).
La Misericordia, ha sottolineato Ilaria, è un percorso che porta al cambiamento di un individuo che si fa trasportare e guidare nel cammino quotidiano dalle Parole del Signore. Queste, infatti, hanno cambiato prima di tutti Zaccheo che si sente amato da Gesù e non giudicato. Zaccheo arriva, in tal modo, a cambiare la prospettiva della sua vita: il suo metro di valutazione prima dell’incontro con il Signore era il denaro; poi diventa la disponibilità verso il prossimo e verso il debole.
Ilaria, durante il suo percorso diaconale e quello del marito Marcello, ha riletto la propria vita attraverso la Luce del Vangelo: ha compreso l’essenza del sentiero dell’ innamoramento, del fidanzamento decennale e del matrimonio quindicennale (da cui sono nati tre figli) con il marito; ha compreso se stessa e il suo rapporto complesso con la sua famiglia.
Tale rapporto è stato incentrato per decenni sulla paura di sbagliare, di farsi scappare la parola fuori posto, di turbare il precario equilibrio madre-padre-figli. E’stato un rapporto di amore gestito essenzialmente dalla testa e dalla paura dei sensi di colpa.
Poi Ilaria, ad un certo momento della sua vita, ha deciso di seguire il marito nel percorso diaconale e ha scoperto attraverso le Letture, il Sacramento della Riconciliazione e il confronto con la sua guida spirituale che la vita andava vissuta non solo con la testa, ma anche con il cuore. Ha scoperto, così, che la vita può donare anche la gioia.
Gioia per lei ha significato continuare ad amare la sua complessa situazione familiare, ma senza farsi più trasportare nel baratro della paura.
Gioia per lei ha significato voler bene al suo corpo e non vederlo come un limite, ma come una grazia che le ha donato tre figli.
Gioia per lei ha significato amare la sua maternità e scoprire che maternità ed allattamento hanno, per una donna, lo stesso peso delle parole del Signore: sono uno stato di Grazia.
Gioia per lei è stata la felicità nello scoprire la vita che va oltre le depressioni e le forme di un amore familiare malato.
Gioia per lei è stata la scoperta di vedere come la figlia di 13 anni abbia capito la complessità della famiglia materna e abbia consigliato alla sua mamma, prima dell’incontro di stasera, di testimoniare con serenità cosa è stato importante nella sua vita e cosa l’ha cambiata e l’ha portata ad essere, attualmente, una persona serena.
Gioia, dunque, è stata per Ilaria la scoperta che la vita può cambiare in meglio e che la Misericordia del Signore è in grado di rigenerare il percorso di vita di un individuo travolto dalla bufera.
La serata si è conclusa con la recita, in cerchio, del Padre Nostro e in maniera conviviale banchettando insieme serenamente e riflettendo, ognuno dentro di sé, sulla bellezza dell’incontro che ci ha commosso e che ha illuminato i nostri cuori.
Fausta, “Giovani Sposi”
L’incontro di chiusura del cammino annuale di “Giovani Sposi” si è tenuto sabato 18 giugno 2016 alle ore 19.00 nel salone caminetto. E’stato un incontro di programmazione per il prossimo anno. Le proposte sono state quelle di Cinzia ed Antonio e di Tiziana e Felice: due proposte interessanti, profonde e meditative che si possono fondere insieme.La proposta di Cinzia ed Antonio è incentrata sulla “GEOMETRIA DELLA FAMIGLIA” ed è stata spiegata attraverso il disegno di una casa e di un albero: i vertici della casa sono “avere a cuore l’altro”, “interesse per l’altro”, “piacere e gioia di stare insieme”, “valori condivisi”; i vertici del tetto della casa sono “individualità”, “Dio”, “relazione/crescita in comunione”; l’albero rappresenta il frutto della famiglia e della volontà di Dio, ossia i figli. Il testo proposto è “Le spie rosse dell’amore” di Salvatore Ventriglia (casa editrice “Città nuova”).
La proposta di Tiziana e Felice parte dall’analisi dei nove capitoli dell’“AMORIS LAETITIA” di PAPA FRANCESCO e mira ad una riflessione di “amore come percorso”, “famiglia come scelta e destino comune”, “famiglia estesa”, “amore come fedeltà, perdono, tenerezza, eros, vecchiaia”.
La modalità degli incontri seguirà la scia di quella dello scorso e del corrente anno: a turno una coppia, attraverso un pre-incontro di riflessione e discussione accompagnata da Don Franco, guiderà la tematica dell’incontro (e, come proposto da Cinzia ed Antonio, lo affronterà suggerendo anche una canzone in tema con l’argomento da affrontare).
Gli incontri si terranno, salvo modifiche dell’ultimo momento, il terzo sabato del mese alle ore 18.45.
In fase di programmazione, si stabilirà la data dell’uscita del gruppo: uscita la cui finalità è quella della riflessione, della condivisione e della convivialità.
Un punto di forza del gruppo, infatti, è proprio il momento della convivialità post incontro (preceduta, però, dalla preghiera collettiva del “Padre Nostro”): c’è stato anche il 18 giugno e hanno partecipato la coppia new entry, Daniela ed Antonello, e la “mascotte” di tre mesi, Flaminia, il tesoro mio e di Fulvio.
Fausta, “Giovani Sposi”