Assunzione di Maria – Anno A
(Ap 11,19; 12,1-6.10; Sal.44; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56)
“Chi sono io, misera, per essere fatta degna di tale gloria?
E, dette queste parole, portò a termine la sua vicenda, con il volto sorridente rivolto verso il Signore.
Ma il Signore con un bacio prese la sua santa anima e la depose nelle mani di Michele, avvolgendola di pelli di cui non è davvero possibile descrivere lo splendore.
E il Signore disse a Michele di prendere il corpo di Maria su una nube e di portarlo in paradiso.
Michele prese la sua anima santa. La depose nel suo corpo”
(passi dalla “Dormizione di Maria”, secolo VI)
“È la sua umanità, la sua carne, che diventa quella del Cristo, la madre gli diventa consanguinea;
ella è la prima che realizza il fine ultimo per il quale il mondo è stato creato”
(da” La santità nella tradizione della Chiesa ortodossa” di P.Evdokimov 1970)
È la glorificazione di Maria opera di Dio Padre
che la Chiesa accoglie dalle sue mani: Maria è “assunta”, non lo potrebbe fare di propria iniziativa. È una grazia ricevuta, come aveva ricevuto l’immacolata concezione, l’annunciazione, la maternità. Tutta la Chiesa dedica la celebrazione di Maria Assunta come voce riconoscente di tutta l’umanità che è chiamata a seguirla. Perciò due sono le caratteristiche della liturgia: la contemplazione e la gratitudine. E la Chiesa le vive con affetto immenso dal suo inizio.
La contemplazione.
Maria glorificata è il segno di quello che Dio intende compiere negli uomini e nelle donne che egli chiama a costruire un mondo in cui il suo nome sia conosciuto, invocato e fatto conoscere a tutti. La sua persona è come la rivelazione di quello che Dio ha in mente e nel cuore per l’umanità. Lo ha mostrato nelle resurrezione di Gesù e lo compie in Maria perché non pensiamo al futuro come una speranza vaga ed astratta, ma come qualcosa che già si sta compiendo, perché lo ha fatto in Maria.
Glorificata per noi.
Maria non è solo chiamata alla resurrezione, ma è glorificata.
Quello che san Paolo dice nella lettera ai Filippesi, cioè che Gesù con la resurrezione è anche “esaltato”, è anche di Maria.
E sarà anche nostro, come san Paolo stesso dice:
“Con lui ci ha anche resuscitati e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù”(Ef.2,6).
La vera vita di un battezzato è chiamata a vivere là, dove è il Signore.
Questo è pienamente di Maria.
Ogni madre, sulla terra, da la vita ai propri figli, poi muore. Maria è genitrice di Dio, genera Colui che è la morte della morte, è la vita, allora il suo essere madre in Dio è un nascere per sempre.
Perciò il popolo cristiano, che ha sempre creduto e celebrato l’Assunzione la ha anche sentita come il fatto centrale della fede e della speranza, poiché Maria vive ed è presente. E il popolo, nella sua fede senza resistenze, lo sa.
Con la morte Maria non è morta, ma è diventata madre per sempre. Madre dei viventi.
E dove è la madre sono anche i suoi figli.
Qui è radicata la speranza per il futuro.
L’uomo che vive di grazia, che ha il senso della creaturalità, che sa che la sua vita è un dono, e che ciò che a lui resta è la gratitudine perché la vita ricevuta non è propria, entra nella maternità per sempre di Maria, sa di essere eternamente nella memoria di Dio che è sempre creatrice di vita, quella memoria che lo custodisce prendendolo così com’è, lo custodisce in se stesso.
Chiediamo al Signore, per intercessione di Maria, di farci il dono della speranza.